Al di là del fatto Renzi riesca o meno a formare un governo e riesca o meno a portare in Aula le riforme che ha annunciato, l'aspetto decisivo del suo operato non riguarda i contenuti delle iniziative, ma la loro consecutio temporum. Quella cosa che gli inglesi chiamano "timing".
La prima riforma annunciata riguarda la legge elettorale. Probabilità di successo - dato per fatto governo e presentazione della riforma alle Camere - sono altissime: voterà compatta Forza Italia e se anche si sfarinasse il Pd e andasse in tilt l'NCD di Alfano, passerebbe ugualmente.
Quindi, la riforma elettorale si farà e si farà entro marzo, mentre in aprile verranno conclusi i lavori di calcolo dei collegi elettorali, in modo che da maggio in poi il Parlamento potrà essere sciolto senza più problemi di avvitamento.
Le altre ventilate riforme, lavoro, tasse, costituzionale del Senato, verranno come si dice "cantierizzate" ma lasciate in attesa, perchè la prima come ho detto sarà quella della legge elettorale.
Bene, immaginiamo ora di essere ai primi di maggio. E che accadrà?
Entrerà nel vivo la campagna elettorale delle europee. Il voto sarà tra il 22 e il 25 di quel mese. Questo, porta a dire che l'attività parlamentare subirà due conseguenze: il rallentamento fisiologico per l'evento elettorale, la paralisi politica per non far pesare qualsiasi cosa fosse, sull'esito del voto che si presenta non esattamente un trionfo per il Pd STRENUO DIFENSORE DELLE "MERAVIGLIE DELL'EURO".
Tutti gli italiani hanno imparato a conoscere sulla loro pelle, l'euro. Con piaghe sanguinanti.
Oggi, Sposetti, ex tesoriere del Pd (e dei Ds-Pds-Pci) ha dichiarato: "Il partito è come una chiesa, bisogna stare sempre con il leader e poi con Letta avremmo perso le elezioni europee". Che invece il Pd di Renzi le vinca, è tutto da vedere, ma non c'è dubbio che il timing che ha scelto il fiorentino sia adatto per tutte le evenienze.
Infatti, se a fine maggio il fronte euroscettico vincerà in Europa e in Italia, non solo qua, ma anche in Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, i governi traballeranno fino a cadere. E s'innescherà una sequenza di elezioni politiche per cambiare governi e parlamenti nazionali, dopo la frana europea.
Ma per far in modo che "si salvi il salvabile" è fondamentale la legge elettorale formato "italicum", altrimenti con il "Mattarellum" in vigore dopo la decisione della Corte Costituzionale, a vincere le politiche non sarebbero nè Forza Italia nè il Pd, ma quel partito che giusto stamattina Angela Merkel ha indirettamente affermato non sia "democratico".
Devo scrivere quale? Non penso sia necessario.
Capito, il progettino di Renzi? Capito, perchè Napolitano ha abbozzato? Capito perchè nel Pd son tutti (o quasi) vicini-vicini a Renzi? Per salvarsi, anzi per tentare di salvarsi dallo tsunami delle europee.
E d'altra parte, se la somma degli addendi (politici) non cambia da quella di Letta, l'unico e ultimo tentativo che rimane è provare a cambiare la matita con cui si fa il conto.
Povero Renzi, non ha idea delle dimensioni del temperino...
max parisi