LETIZIA MORATTI FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SUI VACCINI IN LOMBARDIA: SE RIMANE IL PIANO ARCURI NON CE LA FAREMO
venerdì 12 febbraio 2021MILANO - Letizia Moratti si definisce una "civil servant". "C'era un'emergenza che andava affrontata e quando Attilio Fontana mi ha chiamato ho pensato che fosse un mio dovere mettermi a disposizione". Lo afferma l'assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia in una intervista a La Stampa.
"Stiamo combattendo una guerra e non solo qui in Lombardia. E infatti inizieremo una settimana prima del previsto le vaccinazioni degli over'80, il 18 febbraio, si tratta di 703 mila persone, di cui 620 mila cronici. Abbiamo individuato il percorso di adesione e la chiamata per la somministrazione che sia nel modo più semplice possibile".
Il piano vaccinale del governo è sufficiente? "Se le cose dovessero rimanere come prospettato dal commissario Arcuri, la Lombardia non sarà in grado di vaccinare tutta la popolazione entro giugno, perché le categorie tra i 55 e gli 80 anni dovrebbero essere coperte con i vaccini Pfizer e Moderna che al momento sono insufficienti. Il presidente Fontana si è sentito con Zaia, e insieme al Veneto e altre due regioni nel rispetto delle condizioni di Aifa, verificheremo se ci sono i requisiti per gli acquisti autonomi".
E aggiunge: "Ho sempre impostato il mio lavoro su una leale collaborazione istituzionale, però credo di avere il dovere di rivendicare le dosi di vaccino e il personale. Che, credetemi, ci è stato mandato veramente in minima parte. Infatti mi sto adoperando affinché ci diano modo di impiegare gli specializzandi per la vaccinazione massiva che stiamo approntando".
Tornando sulle tensioni Stato-Regioni poi evidenzia: "È troppo facile per chi non ha ricoperto ruoli nel momento cruciale della pandemia dare giudizi, e io non intendo farlo. Credo però che nel rapporto Regioni-governo qualcosa in più e meglio si poteva fare. È mancato un raccordo" e tra Milano e Roma ammette che "non è un rapporto perfetto. Per esempio, quando si è trattato di decidere in che zona eravamo, avrei auspicato che il governo accettasse di sospendere l'ordinanza di zona rossa per darci la possibilità di riverificare con loro i numeri. E se fosse accaduto ci saremmo risparmiati una settimana di zona rossa".
Inoltre sottolinea che "una riforma sanitaria ormai è indispensabile" e "la pandemia ha fatto emergere la necessità di rafforzare la sanità di base, dobbiamo riequilibrare un sistema che è troppo 'ospedalocentrico'". Interrogata a commentare le voci che la vedono come nuovo governatore poi risponde: "Non penso mai davvero al domani, preferisco il qui e ora del lavoro".