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MATTEO SALVINI: ''A NOI INTERESSA DIFENDERE GLI INTERESSI DEGLI ITALIANI IN EUROPA E PENSIAMO DI POTERLO FARE''mercoledì 10 febbraio 2021Il leader della Lega, Matteo Salvini, in una intervista ad "Avvenire" dice che "a noi interessa difendere l'interesse degli italiani in Europa e pensiamo di poterlo fare. Ci sono le condizioni. Come primo partito italiano ci siamo sentiti in dovere di rispondere all'appello del presidente della Repubblica: lavoriamo per risollevare l'Italia". Ieri gli europarlamentari leghisti hanno votato a favore del Recovery fund. "Siamo in Europa per cambiare alcune regole europee, che anche il professor Draghi ha ammesso non funzionano, non per cambiare gruppi o magliette. Guardiamo alla sostanza". Poi spiega cosa l'ha convinto in Mario Draghi, sul quale anche nel recente passato e' stato piuttosto critico. "Draghi non e' un altro Monti: non arriva per tagliare e condannare gli italiani con leggi sbagliate come la Fornero. Ha un'idea di rilancio che ci piace, basata su investimenti, meno tasse e infrastrutture". Uno dei temi piu' divisivi, in una maggioranza cosi' ampia, puo' essere l'immigrazione. "Credo sia corretto uniformarsi agli altri Paesi europei, ricordando che chi arriva in Italia arriva in Europa. Su espulsioni, respingimenti e controllo dei confini possiamo seguire l'esempio di Spagna, Germania o Francia che sono decisamente piu' severe di noi. Da ministro non solo ho difeso la sicurezza degli italiani, ma soprattutto ho salvato migliaia di vite". Adesso sembrano tutti responsabili, ma la strada da fare insieme e' lunga e impegnativa e c'e' il rischio che poi tornino le 'risse' tra partiti. "Mi auguro di no, anche se alcuni potenziali partner di governo hanno votato per mandarmi in galera 15 anni. La Lega non vuole risse e anche per questo non abbiamo posto veti". Intanto sulle cartelle esattoriali Salvini ha detto che vuole la pace fiscale, cioe' un condono. "Fermo restando che noi siamo e rimaniamo contrari ai condoni, e' necessaria pero' una soluzione sul tema delle cartelle che non sia un semplice rinvio. Tant'e' che stavamo gia' ragionando sull'eliminazione delle sanzioni e su un invio piu' diluito nel tempo". Il viceministro osserva inoltre che "se ognuno mettera' da parte le proprie bandiere ideologiche e si approccera' a questo governo con lo spirito di leale collaborazione sollecitato da Mattarella io credo che si potranno compiere scelte importanti e utili al Paese. E' con tale spirito che il Pd intende lavorare. Ci sono da varare il decreto Ristori 5, il Recovery plan e i decreti attuativi sull'assegno unico che parte a luglio" Ma oggi è la Giornata del Ricordo. La Giornata del Ricordo "è un stata una delle più ardue conquiste della nostra coscienza collettiva" raggiunta solo "quando insieme ai calcinacci del muro di Berlino sono crollati i castelli di criminali menzogne che fino ad allora avevano tenuto nascoste troppe scomode verità". Tra queste, "l'immane tragedia delle foibe è forse la più atroce per come ha saputo mescolare odio etnico e odio sociale, deportazioni di massa e tecniche di sterminio, diabolica propaganda e censure storiografiche. Così, per più di mezzo secolo, nessuna istituzione, né i nostri libri scolastici, hanno potuto ricordare le migliaia di italiani barbaramente uccisi". Lo scrive in questo caso sempre Matteo Salvini, in un intervento su Il Piccolo di Trieste. Il segretario della Lega definisce le foibe "un vero e proprio tentativo di sterminio, subito da italiani per il solo fatto di essere nati italiani, di cui ancora oggi sopravvivono le cicatrici in migliaia di storie familiari, dove la memoria della persecuzione è stata coraggiosamente tramandata di generazione in generazione, fino all'istituzione della 'Giornata del Ricordo' nel 2004, da quando si è finalmente legittimato e rafforzato un percorso di consapevolezza collettiva. Purtroppo nessuna iniziativa può cancellare la sofferenza di un'intera comunità, sebbene un passaggio doveroso resti ancora da fare per rimuovere almeno la vergogna di anni e anni di rimozione e silenzi. Penso alla proposta di legge di cui sono primo firmatario affinché sia revocata l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce conferita nel 1969 dal Presidente Saragat al Maresciallo Tito, responsabile politico di quei massacri. Sarebbe un atto simbolico, certo, ma significativo". "Non dobbiamo archiviare quanto accaduto nella soffitta delle rimozioni nazionali, senza cogliere la straordinaria sfida che l'esempio di allora può suggerirci oggi, nella crisi della pandemia". Per un Paese "che anche ora saprà rialzarsi, partendo dall'orgoglio di essere italiani capaci di farsi rispettare nel mondo, anche per difendere le nostre imprese, le nostre eccellenze e i nostri confini come torneremo a fare anche in collaborazione con la Slovenia. Sentiamo tutta la responsabilità dell'esempio degli esuli: l'Italia saprà riprendersi il posto che le spetta". ![]() |
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