CON LA COMPLICE INDIFFERENZA DEGLI ANTISEMITI, PIETRATE DI PALESTINESI A UNA BAMBINA EBREA DI 2 ANNI NON FA NOTIZIA
venerdì 29 novembre 2013Gerusalemme - Questa bambina - la foto ovviamente è di prima dell'aggressione - si chiama Avigail Ben Zion e ha due anni. Tornava a casa, ben ancorata al suo seggiolino sul sedile posteriore nell’automobile della madre, insieme agli altri due fratelli più grandi di lei, quando un gruppo di ragazzi palestinesi ha incominciato a bersagliare l’automobile con un fittissimo lancio di pietre che si è fatto devastante quando l’auto è sbandata e uscita fuori dalla strada andando a sbattere contro il guard-rail.
L’attacco è avvenuto nel quartiere di Gerusalemme denominato Armon Hanatziv.
I soccorsi del Magen David Adom (La croce rossa israeliana) sono intervenuti sul luogo dell’assalto e oltre a medicare la madre e gli altri due figli hanno trasferito la piccola Avigail, colpita più volte e violentemente al volto e alla testa, al pronto soccorso dell’ospedale Hadassah ein Kerem e al momento del ricovero la piccola era in condizioni gravi e in stato di semi incoscienza a causa di un trauma cranico.
Il lancio di oggetti contundenti e di bombe artigianali contro i cittadini israeliani (civili e militari) da parte dei palestinesi sono all’ordine del giorno negli ultimi mesi e hanno avuto un notevole aumento dopo le assurde dichiarazioni di una possibile terza intifada da parte del segretario USA John Kerry.
Questa è la cronaca di un fatto decisamente grave che è accaduto alcuni giorni fa, abbiamo però aspettato a riportarlo per vedere chi e come, nei media italiani o internazionali avrebbe parlato di questa vicenda, chi avrebbe portato a conoscenza del vasto pubblico il ferimento di una bambina israeliana, e purtroppo la risposta a questo dubbio, anche se ce lo aspettavamo, è come sempre la stessa... il silenzio cade quando le vittime non sono palestinesi.
Quando un bambino palestinese rimane vittima di questa assurda guerra i media, tutti i media, con qualche piccolissima eccezione che ha la forza di parlare solo sottovoce, fanno a gara per dirci il nome il cognome l’età e tutto quello che serve per raccontarci la sua famiglia e farlo diventare se non un amico almeno un conoscente, mentre nel caso contrario, una bambina israeliana ridotta in fin di vita, il silenzio ipocrita cancella il fatto come se non fosse mai accaduto e ci sarà sempre l’idiota che dirà la frase fatta di aria fritta che comincia con: “ ma anche gli israeliani....”.
La gente, l’opinione pubblica è ormai assuefatta dal mare di notizie che arrivano dai giornali o dai media, notizie che non spiegano mai fino in fondo come sono andati veramente i fatti, notizie che servono a creare un giusto duro e puro e un criminale senza appello, notizie che a tutto servono tranne che a fare informazione.
Se informazione è libertà chi decide di fare il giornalista dovrebbe avere un minimo di onestà culturale, cosa che ormai si è persa da troppo tempo in qualche archivio della ragione.
Indro Montanelli diceva che i giornalisti devono essere i cani da guardia della democrazia e della libertà, ma quello che si vede in giro in generale, e sul medioriente in particolare, dovrebbe lasciare allibito chiunque abbia a cuore la verità vera e non quella decisa sui tavoli redazionali da direttori YESMAN che obbediscono agli ordini di scuderia dettati dagli editori amici dei politici, gli stessi che dovrebbero essere seguiti in ogni loro mossa da mastini che però, purtroppo, sono diventati dei pupazzi di peluche.
Se il sangue di una bambina israeliana di due anni vale meno di quello di un bambino palestinese solo perché lei è israeliana, nel mondo intero, non solo in Italia chiaramente, sta prendendo piede una forma pericolosissima di oscurantismo e io credo che per chi ama la pace, la democrazia e la libertà sia arrivato il momento di alzare la testa e far sentire la propria voce prima che questa spirale faccia danni irreparabili.
Michael Sfaradi - Gerusalemme.