SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA LA CORTE D'ASSISE DI PALERMO ORDINA A NAPOLITANO DI TESTIMONIARE (PER LO STATO?)
giovedì 17 ottobre 2013Palermo - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sara' testimone nel processo sulla trattativa Stato-mafia soltanto in relazione alle "preoccupazioni" espresse dal suo consigliere giuridico del Quirinale, Loris D'Ambrosio, scomparso un anno fa, in una lettera del 18 giugno del 2012. Con questi limiti la Corte d'Assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, ha ammesso la testimonianza del capo dello Stato, che figura tra i 177 dei quali la Procura ha richiesto la citazione. Nella lettera, D'Ambrosio accennava a "episodi del periodo 1989-1993" e manifestava il suo "timore di essere stato aýýpra considerato un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi".
"La testimonianza del Presidente della Repubblica -si legge nell'ordinanza di 8 pagine emessa oggi dalla Corte d'Assise- e' espressamente prevista dall'art. 205 del codice di procedura penale che disciplina, infatti, le modalita' della sua assunzione. Tuttavia, deve tenersi conto dei limiti contenutistici che si ricavano dalla sentenza della Corte Costituzionale del 4 dicembre 2012 e, pertanto, la testimonianza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano richiesta dal pm -prosegue l'ordinanza- puo' essere ammessa nei soli limiti delle conoscenze del detto teste che, secondo quanto e' dato rilevare dalla lettura dell'articolato di prova anche sotto il profilo temporale, potrebbero esulare dalle funzioni presidenziali, pur comprendendovi in esse le 'attivita' informali0, comunque coessenziali alle prime e coperte da riservatezza di rilievo costituzionale secondo quanto si ricava dalla sentenza citata". (AGI)