ZAIA TIRA UN PAIO DI SCHIAFFONI (POLITICI) A CALDORO: SPENDI SOLDI DEI VENETI, ALTRO CHE SUD. E USA I COSTI STANDARD!
giovedì 27 giugno 2013Venezia - ''Poche cifre forse convinceranno il Presidente Caldoro che e' completamente fuori rotta quando afferma che le risorse per il Sud per l'occupazione e il sostegno allo sviluppo sono messe a disposizione dal Sud stesso''.
Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, replica con durezza al Presidente della Campania, Stefano Caldoro. ''Vorremmo ricordare al Presidente Caldoro - afferma Zaia - che il Veneto ha un saldo fiscale attivo di 18 miliardi di euro che non tornano affatto sul territorio sotto forma di servizi al lavoro e alle imprese. Faccio presente inoltre che se si applicassero in tutte le Regioni i costi standard della Pubblica amministrazione del Veneto, cio' che era previsto quando fu riformato il titolo quinto della Costituzione e che non e' stato ancora fatto, l'Italia potrebbe contare immediatamente su 30 miliardi di liquidita' che corrispondono a un terzo del costo annuale del debito pubblico. Altro che dibattito sull'Iva''.
''Perche' sia chiaro a tutti cosa significa applicare i costi standard - prosegue Zaia - faro' due esempi: una siringa viene pagata dal sistema sanitario veneto 6 centesimi circa mentre in altre Regioni, certamente meno virtuose ma anche meno efficienti nell'erogare sanita' (ricordo che la mia Regione e' una eccellenza a livello mondiale), viene pagata 25 centesimi; un pranzo in ospedale viene pagato da noi fra i 6 e gli 8 euro, cifra che in altre zone d'Italia puo' arrivare addirittura a 60 euro. E non stiamo parlando di un ristorante da guida Michelin''.
''Tutti facciano un esame di coscienza - conclude Zaia - a partire dal Governo: senza sostegno concreto ai sistemi produttivi del Nord il Pil nazionale crollera'. Il Nord continua a dare senza ricevere, e lo dimostrano anche i recenti provvedimenti governativi. E' arrivata l'ora di dire basta: che i frutti del lavoro veneto restino qui e non vadano ad alimentare nuovi sprechi oltre a quelli storici che ben conosciamo''. (Asca)