PER ''L'EUROPA'' GLI ITALIANI DEVONO ANDARE IN PENSIONE A 65 ANNI E LE ITALIANE A 63 (SI RISPARMIA) E POI MORIRE IN FRETTA
martedì 26 novembre 2013PARIGI - "L'aumento dell'età pensionabile sarà un fattore determinante per la riduzione della spesa pensionistica" in Italia e "permetterà di conseguire notevoli risparmi in futuro".
Lo sostiene l'Ocse in un rapporto diffuso oggi dal titolo "Pensions at a Glance 2013", lamentando che "l'età effettiva alla quale uomini e donne lasciano il mercato del lavoro" è tuttavia "ancora relativamente bassa". Si parla di ''61,1 anni per gli uomini e 60,5 per le donne'', contro una media negli altri Paesi di ''64,2 per gli uomini e 63,1 per le donne''. L'Ocse definisce ''bassi'' anche i ''tassi di partecipazione dei lavoratori appartenenti alla fascia di eta' 55-64 (seppur migliorati essendo passati dal 27,7% al 40,4% tra il 2000 e il 2012)''. Vi e' quindi ''spazio per ulteriori miglioramenti''.
L'Italia deve abbattere le baby-pensioni perche' "l'aumento dell'età pensionabile non è sufficiente a garantire che le persone rimangano sul mercato del lavoro", soprattutto se "esistono meccanismi che consentono ai lavoratori di lasciare il mercato del lavoro in anticipo". (ASCA)