PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA: ''VENGONO MENO LE RAGIONI DELLO STARE INSIEME NELLA UE. FACCIAMO FATICA A ESSERE EUROPEISTI''
sabato 4 ottobre 2014"Se i forti non ascoltano le ragioni dei deboli vengono meno le ragioni per stare insieme. Siamo sinceri: oggi facciamo fatica a sentirci europei". Parole fulminanti pronunciate da una figura d'eccezione: il Presidente di Confindustria.
Giorgio Squinzi, concludendo XIV Forum di Piccola Industria a Napoli, riferendosi all'attuale configurazione politica dell'Unione Europea, la definisce "con una certa benevolenza, ibrida". E, secondo Squinzi "impedisce di adottare politiche economiche corrette per la gestione della crisi".
"Anche un europeista come me - continua Squinzi - comincia a covare dubbi, non sull'Europa, ma su come e' stata costruita la casa europea finora. Pensiamo solo alla fiscalita', che non essendo omogenea nel continente divide e rende le regioni concorrenti tra loro. Oggi abbiamo l'euro, e poco altro. Troppo poco".
"La corda del cieco e ostinato rigore e' stata tirata troppo a lungo e cosi' dall'Europa della convergenza si rischia di cadere in quella delle decisioni unilaterali", ha aggiunto Squinzi. E "la scelta francese apre un potenziale conflitto non solo con i rigoristi, ma anche con i Paesi che hanno dovuto bere l'amara medicina del rigore o del commissariamento" ha concluso.
Certamente fa impressione osservare che il Presidente di Confindustria - il cui pensiero riassume il sentire comune degli industriali italiani - schierarsi dalla parte, ormai per altro maggioritaria, secondo recenti sondaggi, di chi in Italia critica apertamente l'Unione Europea e la dannosissima valuta unica.
Squinzi con queste affermazioni pubbliche di oggi a Napoli manda un messaggio diretto e preciso alla Ue: la Confindustria si è stufata, siamo pronti a rompere il rapporto di fiducia con Bruxelles.
Straordinaria svolta "leghista", signor Squinzi. Complimenti.
Max Parisi