CORTE DEI CONTI: IL 33% DELLE SOCIETA' DI SERVIZI PARTECIPATE DA COMUNI E PROVINCE SONO IN PERDITA (PERCHE' MAL GESTITE)
giovedì 6 marzo 2014''In questi anni le misure assunte per riportare il fenomeno degli organismi e delle aziende partecipate dalle amministrazioni territoriali entro confini piu' coerenti con un assetto efficiente e concorrenziale non hanno ottenuto i risultati desiderati''.
Lo ha spiegato il presidente della Corte dei Conti, nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Si tratta, ha aggiunto Squitieri, ''di un fenomeno di dimensioni ragguardevoli che incide sulla leggibilita' dei risultati contabili e la confrontabilita' delle scelte gestionali, in tal modo alterando la dimensione effettiva delle risorse gestite e, quindi, sulla funzionalita' dei meccanismi perequativi. Esso condiziona anche la tenuta degli obiettivi economici e la verifica del contributo degli enti agli obiettivi nazionali''.
Squitieri ha parlato di ''societa' con perdite croniche, sovradimensionate nel personale e con un debito insostenibile, non troverebbero infatti acquirenti sul mercato, ne' potrebbero essere liquidate se non mettendo a rischio le realta' economiche locali''.
In particolare, il problema delle perdite riguarda circa il 33 per cento delle societa' partecipate da Comuni e Province, e nel 12 per cento dei casi la perdita e' reiterata nell'ultimo triennio.
Di 3.949 societa' rilevate dalla Corte di conti nel 2012, 469 hanno chiuso con segno negativo consecutivamente nel triennio, con un valore complessivo medio di 652,6 milioni di perdita.
Nelle societa' di servizi pubblici locali (acqua e rifiuti, energia e gas, trasporti) si e' concentrato il 64,6 per cento del valore totale delle perdite croniche del 2012 (625,9 milioni), cosi' distribuito: 2,9 per cento nel settore energia e gas, 18,3 nel settore acqua e rifiuti, 43,2 nel settore trasporti.