GENTILONI: ''L'ITALIA DEVE ENTRARE IN GUERRA CONTRO L'ISIS IN IRAQ ILLUDERSI DI FRONTEGGIARLO SENZA COMBATTERLO E' FOLLE''
domenica 11 gennaio 2015"La nascita fra Iraq e Siria di un territorio controllato dai terroristi e poi l'utilizzo che il Daesh (la sigla in arabo dell'Is, ndr) ha fatto dei suoi primi successi ci diceva che offese del genere sarebbero state possibili. In Europa saranno ancora probabili. Quando si crea un magnete, un incubatore, un moltiplicatore come il Daesh le conseguenze sono poi prevedibili. In Italia non ci sono allarmi particolari, ma c'e' una condizione generale che adesso davvero tutti conosciamo chiaramente. Quando la rivista ufficiale dei terroristi mette in copertina l'obelisco di San Pietro con la bandiera nera non ci sono molte interpretazioni da fare.".
Lo afferma il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" in edicola oggi. "Nell'area del Medio Oriente per la prima volta si e' insediato un gruppo terroristico che non ha precedenti in quanto a capacita' militare, economica, organizzativa e direi soprattutto propagandistica, perche' penso agli effetti moltiplicatori che si riverberano in Europa - prosegue -. Quello che e' accaduto in Francia e' la spia di questa minaccia nuova; illudersi che questa minaccia possa essere fronteggiata senza intervenire, astenendosi, credendo di poterci chiudere nelle nostre frontiere e' un'idea pericolosa.
Noi dobbiamo colpire, sradicare, estirpare la minaccia nel luogo in cui e' piu' radicata, quello del Daesh: in luglio/agosto la minaccia era incomparabilmente maggiore di quanto non sia adesso sul terreno in Iraq. Ma le onde di ritorno, i movimenti di vari combattenti colpiscono in Europa e proseguiranno a colpire, a prescindere dal fatto che a Kobane o altrove ci possano essere delle vittorie militari per la coalizione a cui partecipiamo. Quella minaccia va estirpata, fronteggiando anche le altre che provengono da Al Qaeda, da Boko Haram e dagli altri focolai di terrorismo".
Redazione Milano