IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA SI LAMENTI MENO E AGISCA DI PIU' CONTRO QUESTO STATO LADRO. MA SQUINZI E' UN VIGLIACCO?
giovedì 12 dicembre 2013Milano - Le imprese italiane sono ormai diventate "un bancomat per lo Stato "se si pensa solo all'esempio degli acconti di imposta che oggi superano il 100%, "un prestito forzoso". Lo ha detto in un'intervista al Sole 24 Ore il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
L'evasione, ha aggiunto Squinzi, "non dipende tanto dall'assenza di una morale fiscale degli italiani, quanto dalle caratteristiche specifiche del paese. Abbiamo un sistema fiscale eccessivamente oneroso e complesso, le tasse sono troppo elevate, sproporzionate rispetto ai servizi, espressione dell'eccesso di potere dello Stato".
Se da un lato il presidente degli industriali italiani denuncia l'assoluta follia di uno Stato che pretende dalle aziende sia pagato in anticipo più del 100% delle tasse dovute, dall'altro molti indutriali oramai si stanno chiedendo che senso abbia ancora Confindustria, visto che non organizza e non promuove nessun tipo di azione di contrasto a questa follia assassina dello Stato Italiano.
Sarebbe sufficiente dire no e non versare almeno una parte di questo prelievo forzoso anticipato, e immediatamente qualcuno dalle parti del governo verrebbe a più miti consigli.
Ma la sensazione - che è molto più di una sensazione - è che Giorgio Squinzi sia un tremebondo signore capace solo di lamentarsi. Possibilmente, mentre prende il sole a Courmayeur.
max parisi