PER LA BONINO ''NON E' CARINO'' CHE L'AMMINISTRAZIONE OBAMA SPII IL MONDO. E IL PD TACE (SE L'AVESSE FATTO BUSH...)
martedì 2 luglio 2013ROMA - La vicenda ''e' molto spinosa'', ''aspettiamo risposte'' ma ''siamo fiduciosi'': ''tra Stati Uniti, Italia, Europa c'e' spirito di collaborazione e amicizia''. Lo dice al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Emma Bonino in merito alla notizia dello spionaggio degli Usa in Europa.
''Certo - ammette - spiarsi tra alleati non e' carino: ma basta leggere qualsiasi spy story per capire che se ne sono sempre viste di tutti i colori''. ''Questa vicenda ha i suoi aspetti ironici - osserva Bonino - Vedere la Russia, cosi' 'attenta' nel controllare capillarmente i propri cittadini, trasformarsi in paladina della liberta', fa sorridere. L'importante e' che gli Usa forniscano tutte le spiegazioni per evitare il blocco delle trattative sull'area di libero scambio tra le due sponde''. Il ministro parla delle aree piu' 'calde' del Mediterraneo, a cominciare dall'Egitto, dove a suo avviso ''pesano le riforme non fatte e il rinvio delle elezioni politiche che avrebbero potuto stemperare la tensione''.
In Turchia, ''con la recente decisione del Consiglio europeo, siamo riusciti'' a tenerla ''ancorata all'Europa''. In Libia invece ''possiamo sicuramente essere piu' efficaci per sostenere la transizione. Abbiamo un'approfondita conoscenza della situazione''. Nel processo di pace israelo-palestinese ''l'Italia sostiene con forza il tentativo difficilissimo del segretario di Stato John Kerry'', prosegue, ''Israele e Palestina devono capire che questa e' l'ultima occasione per arrivare a 'due popoli, due democrazie'''. Soddisfatta dell'ingresso della Croazia nella Ue: ''questa regione - spiega a proposito dei Balcani - e' testimonianza anche dell'impegno della mia famiglia politica radicale per tanti anni, dal Consiglio Federale a Zagabria sotto le bombe, alla presenza di Pannella ed altri radicali a Viesnik e Vukovar, all'istituzione del Tribunale ad hoc e poi da Commissaria''. In Iran, conclude, ''penso si debba offrire una possibilita' non tanto ai vertici quanto al popolo stesso iraniano''.
Redazione Milano