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ANALISI / L'ODIO DI CLASSE DEL GOVERNO LETTA PER I CETI PRODUTTIVI (LASCIANDO I PARASSITI PUBBLICI A DIVORARE L'ITALIA)sabato 29 giugno 2013Odio di classe. Queste sono le uniche parole che possono descrivere gli ultimi atti del governo Letta. Odio di classe verso i ceti produttivi e verso le capacità professionali. Per rimandare, si badi bene rimandare, non eliminare, l’aumento dell’1% dell’IVA, l’armata brancaleone al governo ha pensato bene di massacrare l’unico settore del commercio che ancora riusciva ad assumere personale, quello delle sigarette elettroniche, con una tassa pari al 58,5% del prezzo d’acquisto. Poco importa se un luminare della medicina come il professor Veronesi si sia espresso a loro favore: gli italiani sono colpevoli di aver voltato le spalle alle sigarette normali arrecando gravi danni alle casse dei monopoli di stato e probabilmente un po’ meno alla loro salute. Ancora più odioso è l’aumento dei vari acconti irpef, ires e tasse cantando che sono arrivati in certi casi al 110%! Secondo la teoria della relatività, la velocità non può superare quella della luce, altrimenti si creerebbero perturbazioni nello spazio-tempo; il fisco italiano le ha superate chiedendo l’anticipo sull’anticipo, semplicemente folle. Tuttavia, la cosa ancor più grave, riguarda il piano per facilitare le nuove assunzioni: uno dei parametri per accedere agli incentivi è di avere al massimo la terza media come titolo di studio. In un nostro precedente articolo parlavamo di come sarebbe necessario attuare una sana meritocrazia per sviluppare il paese ed il benessere; ebbene, il messaggio che manda questo governo va nella direzione esattamente opposta: rimani uno sfaticato ignorante e lo stato ti aiuta a trovare lavoro; hai studiato e magari ti sei laureato nei tempi giusti?, peggio per te. Cos’altro può essere questo se non odio di classe verso chi produce, si alza ogni mattina e nonostante uno stato parassitario, inefficiente, inefficace, che continua a mettere le mani in tasca ai propri cittadini che tratta peggio dei sudditi ai tempi degli zar, continua a rimanere a fare impresa in Italia? Nelle stesse ore in cui l’armata brancaleone del capitan Letta produceva l’ennesimo massacro del ceto produttivo e della media borghesia italiana, il premier inglese David Cameron annunciava che nel biennio 2015-2016 il governo avrebbe ridotto la spesa pubblica di 14 miliardi di euro e licenziato 144.000 dipendenti pubblici ritenuti di troppo. Capito cari lettori? Tagliare la spesa pubblica, quella improduttiva, parassitaria, è possibile, basta volerlo. La classe politica italiana, invece, preferisce massacrare i ceti produttivi, in particolare quelli del nord considerando la ricchezza e chi la produce un crimine da perseguitare in ogni modo. E’ necessario, come ai tempi del terzo stato in Francia, che i ceti produttivi prendano coscienza del loro reale peso e valore e facciano sentire la loro voce nelle sedi opportune e nel rispetto delle leggi, e che non delighino oltre il loro futuro e quello dei loro figli, ad una classe politica inetta e totalmente priva di credibilità. Luca Campolongo Resp. Consulenza e Sviluppo Nuovi Mercati www.sosimprese.info consulenza@sosimprese.info ![]() |
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