CORTE DEI CONTI: LO ''SPESOMETRO'' AUMENTA LE VENDITE IN NERO, ANZICHE' RIDURLE (COME PENSAVA QUELL'INCOMPETENTE DI MONTI)
lunedì 3 giugno 2013ROMA - Alcune misure di lotta all'evasione fiscale, come lo 'spesometro', con il quale vengono registrate tutte le operazioni verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro, comportano alcuni ''rischi'', tra i quali ''effetti negativi sui consumi'' o, ''peggio'', l'aumento della ''propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi in nero''. Lo rileva la Corte dei Conti.
Il nuovo spesometro, quindi, potrebbe aver favorito un aumento degli acquisti in nero. Il giudizio e' contenuto nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti secondo cui la "rilevazione sistematica delle operazioni verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro" potrebbe aver "indotto effetti negativi sui consumi e aumentare la propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi "in nero".
Inoltre: ''Il contrasto all'evasione continua ad essere un elemento centrale e imprescindibile nell'azione di risanamento della finanza pubblica, sia per i suoi effetti diretti sull'entita' delle entrate sia per la redistribuzione del prelievo fiscale. Al riguardo va ricordato come la strategia adottata dal legislatore nel corso della passata legislatura sia stata caratterizzata da andamenti ondivaghi e contraddittori'' conclude la Corte dei Conti.
Tanto per non dimenticarlo, lo "spesometro" è stato uno dei provvedimenti voluti ed attuati da Mario Monti in persona, come ministro dell'Economia ad interim.
La Corte dei Conti, di fatto, gli ha dato oggi dell'incompetente e dell'incapace.
max parisi