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FINANCIAL TIMES: MONDO SI RIVOLTA CONTRO LA CINA E IL REGIME TENTA DI CORROMPERE SENATORE AMERICANO PER AVERE ''ELOGI''lunedì 20 aprile 2020La sperimentata cautela del soft power cinese in Occidente, abbandonata dal regime comunista cinese da qualche tempo in favore di una diplomazia piu' aggressiva, ha fatto posto con la crisi del coronavirus a una spiazzante "muscolarita'", come la definiscono vari analisti in recenti rapporti. Il suo effetto, dopo qualche effimero successo, ha prodotto una reazione contraria in Europa e negli Stati Uniti. Emblematico il caso riferito sul Financial Times da Jamil Anderlini, riguardante il senatore repubblicano del Wisconsin Roger Roth: ha ricevuto una email del governo cinese in cui lo si esortava a presentare una risoluzione di elogio a Pechino per la gestione dell'emergenza coronavirus. Quando si e' accertato che non era uno scherzo, Roth ha risposto con una email molto esplicita al console generale cinese a Chicago: "Lei e' pazzo". "Non avevo mai sentito - racconta al FT, ma lo ha fatto anche alla stampa del Wisconsin - di un governo straniero che approccia il legislatore di uno Stato chiedendogli di passare un provvedimento. Non pensavo che potesse essere vero". Gia' prima del pressing risoluto del presidente americano Donald Trump, l'aggressivita' diplomatica cinese aveva suscitato reazioni controproducenti e altrettanto aggressive. La vicenda del coronavirus e' stata gestita in modo "disastroso", rileva il quotidiano britannico: "Dal deplorevole trattamento dei cittadini africani nella Cina meridionale all'esportazione di materiali sanitari difettosi, all'adesione ufficiale a teorie cospirazioniste che accusavano le forze armate degli Stati Uniti per l'epidemia, la maggior parte degli sforzi del Partito Comunista di controllare la narrazione internazionale si e' ritorta contro", procurando anche l'ostilita' di politici non schierati come l'emblematico senatore Roger Roth. "Uno spettatore fin a quel momento neutrale o addirittura alleato potenziale della diplomazia commerciale cinese" nota il FT, che si e' trasformato "in un nemico". Ha fatto sbottare anche Condoleeza Rice il "racconto" pechinese del coronavirus, che vede la Cina come un modello di gestione sanitaria e politica dell'emergenza disposta a offrire sostegno generoso agli altri Stati, i cui sistemi (sanitari e politici) non risultano all'altezza: "I cinesi stanno cercando di creare una contronarrazione per rovesciare quella della loro responsabilita' iniziale e per non confessare cosa e' successo. Non glielo dobbiamo permettere", ha detto l'ex segretario di Stato (che gesti' anche la vicenda della Sars come consigliere per la sicurezza). Un 'rovesciamento della frittata' che giudica assai palese: in un colloquio al think tank Hoover Institution, la Rice ha notato che "i cinesi hanno fatto quel che gli Stati autoritari fanno. Hanno messo a tacere coloro che provavano a suonare l'allarme, hanno voluto tempo per creare una narrazione che sarebbe stata benedetta dal Partito Comunista Cinese...". Secondo Condoleeza Rice cio' e' "connaturato" a quel sistema politico "ed e' un vero problema". "Potete mai immaginare che queste persone sarebbero state silenziate negli Stati Uniti, o in Germania, o in Brasile?", ha aggiunto parlando dei medici che denunciarono la diffusione del virus a Wuhan e furono minacciati e zittiti. E' convinzione diffusa che sara' difficilmente possibile appurare sia l'origine primaria della pandemia (mercato di animali vivi di Wuhan? Laboratorio?) sia il numero reale dei decessi, anche se e' stato oggetto di lieve revisione al rialzo da parte di Pechino. Ma e' cio' che Washington adesso chiede, mentre il livello delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi sembra tornato agli anni Settanta. "Non si tratta solo degli Stati Uniti e dei loro alleati", ricorda il FT: la Corea del Nord e la Russia hanno sbarrato le frontiere con la Cina e anche l'Iran, pesantemente colpito dal virus, ha rivolto critiche a Pechino per avere nascosto le dimensioni della pandemia. Analoga la situazione in Europa. Un'analisi pubblicata nei giorni scorsi da The Diplomat e ripresa dal Carnegie Endowment ripercorre la campagna di informazione condotta dalla Cina, concludendo che la diplomazia delle mascherine ha ottenuto un effetto controproducente malgrado sia riuscita a far breccia nella fase iniziale: soprattutto in Italia, sin dall'arrivo di un team medico e di materiale sanitario il 13 marzo scorso, e in Spagna, con l'acquisto di mezzo milione di mascherine, 5,5 milioni di test kit e 950 respiratori cinesi. Gli aiuti, rilevano gli analisti Erik Brattberg e Philippe Le Corre, sono stati integrati da una "piu' losca disinformazione e campagna di propaganda". In Italia si ricordano alcune fake news della macchina propagandistica: dal Global Times, quando ha avanzato il dubbio che l'origine del virus fosse italiana, ai bot su Twitter per gonfiare i consensi agli aiuti cinesi (piu' la bufala diffusa dal governo di Pechino di italiani quarantenati che cantavano dai balconi inni di ringraziamento alla Cina). Tre gli intenti della campagna, rileva l'analisi: 1) distrarre l'opinione pubblica interna dalla cattiva gestione dell'emergenza virus a Wuhan; 2) indurre l'Occidente all'adozione del modello cinese di (presunto) successo a fronte della pandemia, dando persino luce positiva a misure basate sul controllo sociale, sul confinamento personale e sulla sorveglianza (cosa riuscita, inducendo all'emulazione altri Paesi); 3) usare questi nuovi strumenti diplomatici per offrire l'immagine di un "attore internazionale generoso e responsabile". Una cosa e' certa: "Questa e' la piu' grossa crisi che il presidente Xi Jinping abbia fronteggiato da quando assunse il potere nel 2012", rileva il FT. La legittimazione del Partito presso l'opinione pubblica interna si e' appannata e la crescita del pil all'8% annuo, individuata da Pechino come "minimo indispensabile" alla tenuta sociale del Paese, e' ora un miraggio. Nel primo trimestre di quest'anno l'economia cinese ha segnato addirittura un consistente segno negativo: -6,8%. La contronarrazione all'estero era ed e', pertanto, un obiettivo vitale per l'establishment. Ma si profila sconfitta. Anzi, la sconfitta già c'è. ![]() Cerca tra gli articoli che parlano di:CINA CORRUZIONE FINANCIAL TIMES CORONAVIRUS REAZIONI MINACCE USA |
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