STUDIO FRANCESE: TRE QUARTI MALATI CORONAVIRUS (18 SU 24) GUARITI IN 6 GIORNI CON MIX DI CLOROCHINA E ANTIBIOTICI MIRATI
martedì 17 marzo 2020Da anti-malarico ad anti-Covid. Dopo un primo studio cinese, la vecchia clorochina, farmaco contro la malaria ormai '60enne', è stato testato in Francia su pazienti con coronavirus, con risultati che fanno parlare l'autore della sperimentazione - l'infettivologo Didier Raoult dell'istituto Méditerranée Infection di Marsiglia - di "rivoluzione". Il farmaco infatti, è stato somministrato a 24 pazienti e, dopo soli sei giorni, ben tre quarti dei 24 pazienti non erano più positivi al virus. E ancora: in combinazione con l'antibiotico azitromicina, specifico contro la polmonite batterica, il trattamento ha totalmente guarito i pazienti dopo una settimana, mentre il 90% dei malati che non avevano assunto farmaci era ancora positivo.
La clorochina avrebbe due effetti per accelerare l'eliminazione del virus, spiega Raoult in esclusiva a Les Echos: modificherebbe prima l'ambiente acido del vacuolo della cellula, un piccolo sacchetto di liquidi protetto dalla membrana che serve da tana per i virus. Aumentando il suo pH, l'equilibrato ecosistema di questo 'rifugio' del virus viene ad essere 'scombussolato' e viene così impedita l'azione degli enzimi coinvolti nel meccanismo cellulare utilizzato dal virus per replicarsi.
Nel 2016, un team di ricercatori dell'Istituto Pasteur aveva già scoperto che l'inibizione di una classe di enzimi, cosiddetti calpein, contribuiva a limitare l'infezione del tessuto polmonare da parte di un virus influenzale stagionale (H3N2) o pandemico (H5N1). Mustapha Si-Tahar, co-autore dello studio, aveva infatti dimostrato che questi enzimi venivano attivati dal virus che "aumenta il calcio intracellulare e la risposta infiammatoria. Inibire questi enzimi quindi - secondo il ricercatore - riduce la capacità del virus di replicarsi nelle cellule epiteliali respiratorie (le cellule che rivestono i nostri polmoni)" affermava sull'American Journal of Physiology a gennaio 2016. La clorochina non solo bloccherebbe questo meccanismo 'infernale ' - si legge ancora su Les Echos - ma promuoverebbe anche l'apoptosi, la cosiddetta morte cellulare programmata, un meccanismo genetico che protegge il corpo dalle infezioni ordinando alle cellule infette di autodistruggersi. L'obiettivo di Raoult, fanno sapere dall'Istituto marsigliese, era di confermare in vivo gli studi condotti sull'animale e i "risultati incoraggianti sull'uomo" pubblicati da tre team cinesi a fine febbraio. Dai loro studi era emerso infatti che la clorochina aveva eliminato il virus, abbreviato la durata della malattia e impedito l'aggravarsi della polmonite nei pazienti più gravi.
Una parte della comunità scientifca francese critica queste dichiarazioni sostendo che il gruppo di malati preso in esame sia "troppo piccolo" e che il test sulla clorochina deve essere ampliato e eseguito con la tecnica del "doppio cieco", ovvero su un campione di malati a cui verrà contemporaneamente somministrato un placebo. Tuttavia, è così alto il numero di guarigioni a sei giorni del campione di malati a cui è stata somministrata questa nuova cura, da permettere di affermare che questa terapia sia molto più di una speranza.