DER SPIEGEL SCHIANTA IL GOVERNO CONTE: FA MORIRE L'INDUSTRIA ITALIANA MINISTRI INCAPACI E NON C'E' CERTEZZA DEL DIRITTO
lunedì 18 novembre 2019BERLINO - Terza economia dell'Eurozona, l'Italia vede la propria industria "morire in bellezza". E' quanto afferma il settimanale tedesco "Der Spiegel", commentando la decisione del gruppo siderurgico indiano ArcelorMittal di recedere dal contratto per l'acquisizione degli impianti ex Ilva concluso con il governo nel 2018. La situazione e' particolarmente grave nell'impianto di Taranto, la piu' grande acciaieria d'Europa, dove sono a repentaglio 15 mila posti di lavoro tra stabilimento e indotto.
Contro la chiusura dell'ex Ilva, migliaia di tarantini stanno manifestando, mentre altri dimostrano contro le morti causate dei fumi della fabbrica. Inoltre, il caso dell'ex Ilva di Taranto e' "esemplificativo di come la politica e la burocrazia stanno rallentando lo sviluppo economico dell'Italia".
Nel paese, infatti, "non esiste la certezza del diritto per gli investitori e i contratti divengono obsoleti dal giorno alla notte".
Centinaia di grandi progetti di investimento tanto attesi "vengono messi in pausa perche' mancano le approvazioni o i sussidi statali promessi non sono nel bilancio, oppure il governo blocca tutto perche' improvvisamente vuole stabilire altre priorita'".
Secondo "Der Spiegel" poi, "ogni ministro del governo, ogni membro del Parlamento ha idee proprie, che possono portare alla promozione di una regione, di un settore, di un gruppo professionale in mezzo a leggi di bilancio completamente confuse".
Tutto cio' "costa un sacco di soldi, nella migliore delle ipotesi e' inutile, ma soprattutto controproducente".
Pertanto, "non vi e' da stupirsi che l'Italia sia in piena stagnazione", con un disavanzo di bilancio previsto dalla Commissione europea al 2,3 per cento del Pil nel 2020 e al 2,7 per cento nel 2021. Il deficit e' invece salito al 136,2 per cento del Pil nel 2019 e dovrebbe aumentare al 137,4 per cento nel 2021.
La crescita e' prevista allo 0,1 per cento del Pil nel 2019, allo 0,4 per cento nel 2020 e dello 0,7 per cento nel 2021. Infine, imprese anche storiche, come per esempio Pirelli, vengono acquisite da concorrenti estere o chiudono.