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AFFOLLATISSIMO COMIZIO A BOLOGNA DI PRESENTAZIONE UFFICIALE DELLA CANDIDATURA DI LUCIA BORGONZONIvenerdì 15 novembre 2019Matteo Salvini ha iniziato il suo intervento al PalaDozza di Bologna criticando la stampa. "Fatemi ringraziare i giornalisti: di voi qui riuniti non c'e' una foto sulle homepage dei due principali quotidiani italiani Repubblica e il Corriere. Hanno solo le contro-manifestazioni", ha detto il segretario leghista. "Siamo l'unico caso giornalistico al mondo in cui siete in migliaia qui dentro, ma non esistiamo: esistono quelli contro", ha aggiunto. "Dico ai giornalisti 'Andate avanti cosi', ci fate vincere. Piu' fate finta di niente, piu' gli emiliani aprono gli occhi" e "piu' negate la realta', piu' la realta' viene a galla", ha continuato. "Preferisco cinque righe su un quotidiano locale del territorio che un paginone su un giornalone nazionale che non legge nessuno". Parola d'ordine liberta' e toni poi moderati, aperti al confronto anche con chi sta dall'altra parte. "Liberiamo l'Emilia-Romagna e poi liberiamo l'Italia" e' il mantra dell'evento leghista di apertura della campagna elettorale di Lucia Borgonzoni, in vista delle Regionali emiliano-romagnole del 26 gennaio. Per l'occasione, la Lega hanno affittato il PalaDozza, tempio del basket bolognese, e riempito gli oltre 5000 posti. "Da soli non si va da nessuna parte mentre uniti si vince". Cosi' Matteo Salvini, dal palco del Paladozza, ha ringraziato gli esponenti degli altri partiti del centrodestra presenti all'apertura della campagna elettorale di Lucia Borgonzoni a Bologna. L'acuto di 'Vincero'' e la promessa firmata Matteo Salvini di "rivederci in piazza Maggiore per chiudere la campagna elettorale" hanno concluso la manifestazione della Lega al Paladozza di Bologna. L'evento ha lanciato la candidatura di Lucia Borgonzoni, sostenuta dal centrodestra e da alcune realta' civiche. Molti non sono riusciti a raggiungere il PalaDozza. Non meno di 20 pullman in arrivo da altre regioni sono stati penalizzati dal traffico dovuto al corteo dei centri sociali nella zona. "Non avrei mai immaginato la BOLOGNA che stiamo vedendo qua dentro", la soddisfazione della Borgonzoni: "Il cambiamento non puo' essere fermato quando ci sono milioni di persone che lo vogliono, anche in Italia". La candiddata (per lei sono arrivati sotto le Due Torri anche i governatori di Veneto, Lombardia, Sardegna, Umbria e Friuli-Venezia Giulia) ha ribadito: "Sento gente che mi minaccia di querele, ma chi deve vergognarsi sono loro, dato che le persone che vogliono fare delle segnalazioni devono nascondersi, lasciarmi dei pizzini sotto la porta, perche' hanno paura che succeda qualcosa". Tra le priorita', la Borgonzoni ha indicato lo snellimento della burocrazia per aziende e famiglie, oltre alla sanita': "Quando dico che ci sono problemi, la gente mi guarda come una marziana, ma ci sono". Inevitabili i riferimenti ai cavalli di battaglia di Bibbiano ("Mi criticano per quella maglietta, ma si dovrebbe vergognare chi non ha controllato") e all'assegnazione delle case popolari: "Dire che devono andare a chi e' qui da piu' tempo, non e' razzismo, ma giustizia". A pochi chilometri, la manifestazione, (10mila per gli organizzatori) in piazza Maggiore, e il corteo anti-Salvini dei centri sociali con scontri con la polizia. A questi ultimi - e ai giornali che danno piu' spazio alla protesta - il segretario leghista dedica gli strali piu' aspri del suo intervento. "Se ci sono rimasti alcuni squadristi in italia, sono la' fuori, gli squadristi rossi'", scandisce. Per tutto il resto dell'intervento, e' un Salvini piu' pacato, quello del PalaDozza. Torna a criticare l'idea del tortellino con la carne di pollo, riservato ai fedeli musulmani, ma poi dice che gli "piacerebbe" avere un "confronto" con l'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi. "Io vengo a Bologna in punta di piedi. Non ho niente da insegnare agli emiliano-romagnoli. Solo da imparare", dice poi. Critica ormai di rito sull'inchiesta di Bibbiano ("Giu' le mani dai bambini") e sul governo in carica: ai cori 'Giggino al San Paolo' Salvini risponde ai militanti chiedendo che se ne vadano anche Giuseppe Conte, Matteo Renzi e Nicola Zingaretti, perche' "gli errori si fanno in compagnia". Tra citazioni di Benedetto XVI, Giovannino Guareschi e il cardinale Giacomo Biffi, torna sul tema della commissione Segre, dopo l'astensione della Lega. "Io sono e noi saremo sempre al fianco di Liliana Segre. Pero' - aggiunge - senza l'ipocrisia di quelli che tirano in ballo Liliana Segre e poi vanno in piazza con quelli che bruciano le bandiere di Israele. Giu' le mani da Israele, dalla democrazia, patrimonio di storia, cultura e liberta'". Prima delle chiusura affidata al segretario leghista, avevano parlato tutti i governatori leghisti: dalla neoeletta Donatella Tesei, ad Attilio Fontana, Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e il 'sardista' Christian Solinas. Poi, accolta in pompa magna, e' stato il turno di Bongonzoni. "Sono convinta che ce la possiamo fare", ha caricato il PalaDozza, promettendo che, se dovesse vincere, i primi ambiti sul quale interverrebbe sarebbero le infrastrutture e le liste di attesa in sanita'. In apertura di serata, presentata da un applauditissimo Mario Giordano, erano intervenuti il poeta romagnolo Davide Rondoni, il sociologo Alessandro Amadori, e Marco Omboni responsabile marketing di un gruppo attivo nel packaging che ha criticato la plastic tax governativa. Redazione Milano
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