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COSA NOSTRA DENTRO FORZE DI GOVERNO ARRESTATO MAFIOSO CHE LAVORAVA IN PARLAMENTO CON ESPONENTE DI LEU E POI ITALIA VIVAlunedì 4 novembre 2019E' nell'inchiesta antimafia "Passepartout", condotta da carabinieri e Guardia di finanza nell'agrigentino, che e' emersa la figura di Antonello Nicosia, 48 anni, di Sciacca, raggiunto da un provvedimento di fermo insieme ad altre quattro persone. Questo personaggio finora nell'ombra va guardato molto da vicino, per capire quanto Cosa nostra si sia infiltrata nella sinistra italiana. Insospettabile esponente di rilievo dei Radicali Italiani, e poi alle dipendenze di una parlamentare di Leu, ora passata con Renzi, viene ritenuto dagli inquirenti come "organico" alla famiglia mafiosa di Sciacca. Condannato in via definitiva alla pena di 10 anni e 6 mesi di reclusione per associazione finalizzata al traffico di droga, era stato scarcerato da ormai oltre 10 anni. E già questo "curriculum" avrebbe dovuto chiudergli le porte della politica e figuriamoci della sinistra, autoproclamatasi da decenni unica paladina dell'antimafia. E invece, gliele ha spalancate. Nicosia, secondo quanto accertato dagli investigatori, sarebbe stato "pienamente inserito" nel contesto mafioso, circostanza emersa anche dalle conversazioni intercorse tra l'indagato ed il boss Accursio Dimino. L'indagato, in un caso, si sarebbe rivolto ad un esponente mafioso per "richiamare" un proprio debitore, e nel febbraio del 2019 a Porto Empedocle avrebbe incontrato due pregiudicati, tra cui un uomo fidato del boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale doveva essere destinata una somma di denaro che gli interlocutori si stavano prodigando a recuperare. Ma la circostanza "piu' inquietante", secondo gli inquirenti, riguarda l'uso strumentale del rapporto di collaborazione instaurato da Nicosia con una Parlamentare della Repubblica Italiana, per accedere all'interno di diverse carceri ed avere contatti anche con altri esponenti reclusi di Cosa nostra. Dalle indagini, e' emerso, sottolineano gli investigatori, "l'impegno profuso da Nicosia per la realizzazione di un non meglio delineato progetto che, afferente il settore carcerario, interessava direttamente il latitante Matteo Messina Denaro da cui l'indagato, per l'opera svolta, si aspettava di ricevere un ingente finanziamento non ritenendo sufficienti i ringraziamenti che asseriva di avere ricevuto dallo stesso ricercato". Cosi' l'indagato, spendendo titoli di docenza anche internazionali, nonche' quale appartenente al Comitato Nazionale dei Radicali Italiani e direttore della Onlus Osservatorio Internazionale dei Diritti dell'Uomo, avrebbe operato nell'ambito assistenziale del settore carcerario, accedendo all'interno di alcuni istituti di detenzione e intrattenendo rapporti con operatori penitenziari. In tale contesto, secondo quanto emerso nel corso dell'attivita' investogativa, si sarebbe adoperato per favorire alcuni detenuti rientranti nel circuito del latitante Matteo Messina Denaro, tra cui Filippo Guttadauro, cognato del latitante, attualmente sottoposto alla misura di sicurezza presso la Casa Circondariale di Tolmezzo al 41 bis. Le attivita' svolte dall'indagato, che riguardavano il settore carcerario, sarebbero state rese possibili, tra l'altro, evidenziano gli inquirenti, dal "fraudolento utilizzo del rapporto di collaborazione che aveva instaurato con una Parlamentare della Repubblica Italiana, nello specifico la deputata Pina Occhionero. In virtu' di tale rapporto, infatti, "Nicosia ha partecipato ad alcune ispezioni carcerarie parlamentari e ha sicuramente fatto accesso all'interno delle carceri di Sciacca (AG), Agrigento, Trapani e Tolmezzo (UD) senza la preventiva autorizzazione del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria sfruttando le prerogative riconosciute dalle norme sull'ordinamento carcerario ai membri del Parlamento e a coloro che li accompagnano" scrivono i magistrati della Procura di Palermo responsabili dell'inchiesta che ha portato al suo arresto. E la deputata Occhionero che dice? Ecco: "Ringrazio la magistratura e le forze dell'ordine per lo straordinario lavoro di contrasto alla mafia. Da cio' che emerge dalle notizie riportate sui giornali quello che diceva e scriveva Nicosia era ben lontano dalla verita', arrivando a veicolare messaggi mafiosi per conto dei detenuti. Quello che si legge nelle intercettazioni e' comunque vergognoso e gravissimo". Lo ha dichiarato la parlamentare, oggi di Italia Viva, Giuseppina Occhionero commentando l'arresto del suo collaboratore Antonello Nicosia. "La collaborazione con me - prosegue - durata solo quattro mesi, era nata in virtu' del suo curriculum, in cui si spacciava per docente universitario oltre che di studioso dei diritti dei detenuti. Non appena ho avuto modo di rendermi conto che il suo curriculum e i suoi racconti non corrispondevano alla realta' -spiega - ho interrotto la collaborazione. Le visite in carcere peraltro sono parte del lavoro parlamentare a garanzia dei diritti sia dei detenuti sia di chi vi lavora. Ora sono profondamente amareggiata, ma la giustizia fara' il suo corso. Mi auguro nel piu' breve tempo possibile. Pur essendo del tutto estranea alla vicenda sono comunque a disposizione della magistratura per poter fornire ogni elemento che possa essere utile". Redazione Milano ![]() |
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