DEUTSCHE BANK NELLA TEMPESTA: VARA UNA ''BAD BANK'' PER EVITARE IL FALLIMENTO, LICENZIA 18.000 IMPIEGATI, BUCO DA 74 MLD.
lunedì 8 luglio 2019BERLINO - Ormai da almeno tre anni, il suo valore in Borsa è precipitato da 100 euro per azione a 6 euro per azione. Una catastrofe paragonabile al tracollo dell'italiana Monte dei Paschi di Siena, ma con una dimensione 50 (cinquanta) volte superiore. In più, dal 2014 al 2018 la banca ha chiuso i bilanci annuali con perdite che hanno variato da quasi 2 miliardi di euro a un minimo di più di 300 milioni di euro. Non bastasse, la banca negli Stati uniti è stata costretta a pagare miliardi di dollari di multe. Sopra tutto ciò grava un pericolo ancora maggiore: l'esposizione in derivati, il cui totale collegato a questo istituto di credito assomma a uan cifra dai contorni metafisici: 50.000 miliardi di euro. Sì, stiamo parlando della Deutsche Bank, la prima banca tedesca, che prevede che nel secondo trimestre dell'esercizio in corso, e cioè del 2019, subirà una ulteriore pesante perdita netta di 2,8 miliardi di euro legata a un vasto piano di ristrutturazione. In totale l'istituto di Francoforte prevede un costo di 3 miliardi di euro per il suo piano, che comporta una riduzione molto forte delle attività di banca di investimenti. Deutsche Bank annuncia anche il taglio di posti di lavoro, sono previsti licenziamenti di 18.000 dipendenti in tutto il mondo, Italia inclusa.
Da parte sua, oggi Deutsche Bank ha annunciato in modo soft il maxi piano di ristrutturazione: l'istituto, si legge in una nota al termine del board, rende note una serie di misure a partire da una riduzione del 40% degli asset allocati in corporate e investment banking e l'uscita dal Global equity, insieme alla creazione di una bad bank in cui saranno trasferiti asset - ad altissimo rischio di insolvenza - per 74 miliardi di euro. Il piano, si legge nella nota, punta a consentire a Deutsche Bank di concentrarsi e investire nelle sue attivita' "core", ma questo è un eufemismo: non è chiaro se Deutsche Bank abbia o meno accantonato coperture per i 74 miliardi di euro di crediti marci che intende dirottare in questa "bad bank". In sè, rappresenta una voragine equivalente a circa la metà di tutti gli attuali Npl italiani.
Nell'ambito del piano, si legge ancora nella nota, la banca oltre alla cessione degli asset ridurra' la leva finanziaria di 288 miliardi di euro. E' inoltre prevista l'uscita dalle attivita' azionarie di trading, concentrandosi su quelle di equity capital market. Le attivita' principali saranno quelle di banca di investimento, di finanziamento, mercati valutari, consulenza, gestione risparmio e private.
Si tratta del tentativo, ultimo prima di un possibile devastante fallimento, di lasciarsi alla spalle la profonda crisi che rischia di affondare - con conseguenze equivalenti al crollo dell'americana Lehman Brothers - l'ormai ex fiore all'occhiello della finanza tedesca.
"La ristrutturazione si tradurra' in una riduzione del numero di posizioni equivalenti a tempo pieno di 18 mila entro il 2022, per ridurre la forza lavoro a circa 74 mila persone", si legge in una comunicato della banca, rilasciato dopo una riunione del suo consiglio di sorveglianza. Quindi, è ufficiale.
Intanto, l'americana Moody's conferma il rating A3 di Deutsche Bank. L'outlook resta tuttavia negativo a causa della significativa sfida che pone l'attuazione del piano di ristrutturazione finanziaria e gestionale in un contesto, per i prossimi anni, di tassi di interesse bassi o a zero. Il raggiungimento di una migliore redditivita', nota Moody's, potrebbe materializzarsi solo dopo diversi trimestri se non anni. In pratica, Deutsche Bank non sarà in grado di creare profitti per ripianare le perdite se non tra parecchio tempo.
E nel frattanto?
Le possibilità che Deutsche Bank finisca nel tritacarne del bail-in sono piuttosto alte, se non altissime.
Redazione Milano