LA GRANDE SORPRESA DELLE EUROPEE E'STATA LA NETTA VITTORIA DELLA LEGA IN LAZIO: CON IL 32,6% E' IL PRIMO PARTITO
lunedì 27 maggio 2019ROMA - Nel Lazio come in Italia, la Lega mette tutti in fila e si attesta al 32,6%, una percentuale simile a quella nazionale (34,3%). Ma quello che sorprende del dato regionale, se confrontato con le elezioni che il 4 marzo 2018 decretarono l'elezione a governatore dell'attuale segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e' che il partito di Matteo Salvini in poco piu' di un anno ha piu' che triplicato i suoi consensi: da 252.772 a 793.888.
Certo, questi numeri vanno tarati anche sulla base di una partecipazione al voto decisamente minore rispetto alle ultime regionali (53,3% contro il 66,5%, ovvero 2.493.000 cittadini che sono andati alle urne contro i 3.181.000 circa delle ultime regionali), tuttavia quasi 550mila voti in piu' testimoniano di uno stravolgimento avvenuto soprattutto a danno di due forze: Forza Italia e Movimento 5 Stelle. E in ogni caso, le percentuali, la famosa "forbice" è così ampia, che ben difficilmente i rapporti di forza cambierebbero, con più votanti.
Il partito di Berlusconi, ad esempio, nel confronto con 14 mesi fa, nel Lazio ha perso oltre la meta' dei voti, passando dai 371.155 del marzo 2018 ai 164.749 attuali (6,78%). Un crollo accompagnato dal contemporaneo sorpasso di Fratelli d'Italia, che (col 9% dei consensi) e' diventato il secondo partito del centrodestra, nonostante la leggera flessione come voti assoluti, da 220.460 a 218.875.
Ancora piu' pesante, se vista in termini percentuali, la caduta del Movimento 5 Stelle che, da primo partito della regione (22,06%), si ritrova terzo (17,9%), con un'emorragia di oltre 120mila voti, da 559.752 a 436.102. Cresce, seppur di poco, il Pd, che ha guadagnato quasi 40mila voti (da 539.131 a 578.253) ed e' il secondo partito regionale (23,79%, contro il 21,25% del 4 marzo 2018). Questo sta a significare che se si andasse alle urne per il rinnovo del governatore del Lazio, il Pd non avrebbe alcuna possibilità di vincere.
Restando sempre nel campo del centrosinistra, in aumento anche +Europa (74.275 voti contro i 52.451 delle regionali) e i Verdi, che con la lista Europa Verde hanno totalizzato 46.434 preferenze, quasi il doppio rispetto alle 28.443 della lista Italia Europa Insieme delle regionali. Resta il fatto che il "carrozzone" della Bonino rimane fermo, niente "Europa" che per un partitello che si chiama pomposameente "+Europa" non è un gran bel risultato.
Infine, passando all'estrema destra, ha perso piu' di due terzi dei voti Casapound: crollato da 42.609 voti a 12.511 (0,51%).
Analizzando il voto nelle province, dal punto di vista percentuale, la Lega (arrivata prima in tutte le cinque le province del Lazio) ha fatto registrare affermazioni ben oltre la media regionale in quasi tutte le macroaree (41,4% nella Tuscia, 41% in Sabina e Ciociaria e 38,9% nell'area Pontina), tranne che nella provincia di Roma, dove pero', a dispetto di una percentuale più bassa (29,5%), il dato assoluto e' il piu' consistente (soprattutto per l'alto numero di votanti): 509.605 preferenze. Passando al Pd, e' finito dietro al M5S nelle province di Latina e Frosinone. Una vera debacle.
Redazione Milano