IL 28 GENNAIO A ROMA MANIFESTAZIONE NAZIONALISTA DI FDI E LEGA (MA GUAI AD USARE QUESTA PAROLA: VA DETTO ''SOVRANISTA'')
martedì 17 gennaio 2017ROMA - "I sovranisti sono tutti quelli che vogliono mettere al centro della propria proposta gli interessi nazionali, la tutela delle nostre imprese, del made in Italy, la difesa dei confini, la valorizzazione delle nostre tradizioni, l'introduzione della preferenza nazionale nell'accesso ai servizi sociali - afferma Giorgia Meloni. - Vogliamo sostenere la famiglia, un tetto alle tasse, un grande piano di infrastrutture al Sud: finche' non avranno tutti le stesse opportunita' non saremo una nazione unita. E vogliamo rivedere i trattati europei".
Detto in parole povere, sovranisti è un altro modo per dire nazionalisti. Peccato che Giorgia Meloni non usi questo termine politico, almeno per ora. Perchè farebbe chiarezza.
In ogni caso, il nazionalismo o per dirla con la Meloni "la sovranità nazionale" con tutto ciò che ne consegue sono i presupposti per la manifestazione a Roma del 28 gennaio illustrati alla Stampa da Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia.
"Il termine populista non mi fa per niente orrore, ma io preferisco definire il polo politico che vogliamo costruire identitario. E poi, scusi, meglio populista che servo", afferma. Il che è giusto, ma impreciso. "Populisti" sono anche i Cinque Stelle, che però per molti punti del loro programma sono indistinguibili dalla sinistra più radicale, tanto è vero che molti che votavano Rifondazione Comunista oggi votano M5S e molti dei loro parlamentari arrivano proprio da quell'area politica. Senza scordare che l'M5S ha una posizione sull'immigrazione diametralmente opposta a quella della difesa della nostra nazione dall'invasione africana in atto dalla Libia foraggiata dal Pd e dai suoi sodali.
Giorgia Meloni si dice anche dispiaciuta che Berlusconi non la pensi allo stesso modo: "Ha sempre avuto un rapporto molto forte con il popolo, ma ora prevede l'inciucione con Renzi. Quando sostiene di voler vincere e governare con noi ma solo se il centrodestra arriva al 51%, un'asticella vagamente alta, significa che ha gia' fatto una scelta. Ecco, deve sapere che non siamo disponibili".
Intervistata anche dal quotidiano Tempo di Roma, Giorgia Meloni aggiunge che come Renzi nemmeno Berlusconi ora ha fretta di andare al voto: "Non so se sia un caso", dice. "So che non e' quello che interessa a noi. Noi vogliamo andare a votare subito, gli italiani vogliono andare a votare. Credo che sia una mancanza di rispetto senza precedenti quello a cui stiamo assistendo. In questo caso, infatti, non siamo di fronte nemmeno a un governo che e' nato senza consenso: questo e' nato proprio 'contro' il pronunciamento degli italiani espresso il 4 dicembre".
Ad ogni modo, in piazza a Roma il 28 gennaio prossimo scenderanno tutti coloro che si riconoscono - al di là dell'essere leghisti, della destra di Fratelli d'Italia o di altre destre che saranno presenti - nel nazionalismo come bandiera della lotta di liberazione dalla dittatura Ue e dal veleno dell'euro.
Redazione Milano