BORIS JOHNSON, MINISTRO DEGLI ESTERI BRITANNICO: BARCONI DI AFRICANI VANNO FERMATI IN MARE E RICONDOTTI A RIVA IN LIBIA
venerdì 16 settembre 2016LONDRA - Se venisse affidata alla Gran Bretagna - anzichè al governo Renzi - la lotta contro l'invasione dell'Italia di africani che a decine di migliaia vengono trasportati nel Belpaese per 2-3miglia con i barconi che partono dalle coste libiche e per il resto su mezzi della marina italiani e di altri Paesi Ue, con ogni probabilità verrebbe vinta rapidamente.
Infatti, il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ieri, giovedi' 15 settembre, si e' detto a favore dell'idea di "respingere" i barconi di migranti verso la Libia "per impedire che raggiungano l'Italia", una misura che a suo parere avrebbe un "effetto dissuasivo".
Di fronte al massiccio arrivo di migranti nella Penisola, "il Regno Unito e' determinato ad aiutare l'Italia e riconosce che si tratta di un problema europeo", ha detto Johnson nella conferenza stampa congiunta tenuta al termine del suo incontro a Firenze con il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni. ""Noi stiamo facendo la nostra parte" ha spiegato il capo della diplomazia britannica riferendosi alle due navi, "HMS Diamond" e "HMS Entreprise", impegnate nella Operazione Sofia "per aiutare a respingere questi barconi".
"Personalmente - ha aggiunto il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson - penso che dovremmo fermarli il piu' vicino possibile alla costa libica per impedirgli di raggiungere l'Italia e che l'intera operazione europea debba avere un effetto piu' dissuasivo".
L'operazione navale europea "Sofia" (ex EUNavforMed) dovrebbe puntare - teoricamente - a lottare contro il traffico di migranti nel mar Mediterraneo, invece è un vero e proprio ponte navale che trasborda in Italia orde immani di africani nessuno o quasi dei quali ha diritto di asilo in Europa, non trattandosi di profughi.
Solo da qualche settimana le forze navali dell'operazione "Sofia" sono state incaricate di formare ed equipaggiare la Guardia costiera libica allo scopo di intercettare le imbarcazioni di migranti prima che raggiungano le acque internazionali.
Gentiloni - ieri a Firenze - alla fine dell'incontro con il ministro Johnson ha ripetuto che la questione deve essere considerata "non come un problema italiano ma come un problema europeo" ed ha anticipato che sara' affrontata oggi al vertice informale dell'Unione Europea a Bratislava, in Slovacchia.
Ma a Bratilava il governo italiano troverà invece il muro anti invasione innalzato dai quattro stati che formano il Gruppo di Visegrad, capitanati dall'Ungheria di Orban, che hanno annunciato sia il rifiuto totale delle politiche migratorie che vorrebbe imporre la Commissione europea, sia la stessa Commissione europea in quanto tale. Infatti, la loro proposta sarà di una "revisione totale" dei Trattati costitutivi la Ue per circoscrivere e limitare quasi del tutto il ruolo e l'azione della Commissione di euro-burocrati che oggi tiranneggia le nazioni d'Europa senza aver ricevuto alcun mandato dagli elettori per farlo.
Intanto, i dati ufficiali parlano chiaro: dal 2014 l'Italia ha visto sbarcare sulle sue coste oltre 450 mila migranti africani - il 95% dei quali non ha diritto d'asilo - se negli anni scorsi la maggior parte di loro ha proseguito il viaggio verso i paesi del nord dell'Europa, passando illegalmente le fronitere di Francia e Austria, ora la chiusura di fatto delle frontiere ed il fallimento del programma Ue di rilocalizzazione li sta costringendo a rimanere in Italia, per di più mantenuti - per volontà del governo Renzi - a spese degli italiani che pagano le tasse.
Redazione Milano.