CREDITI MARCI DELLE BANCHE ITALIANE SALGONO A 198 MILIARDI DI EURO (+2% DAL 2015) SITUAZIONE ESPLOSIVA, ALTRO CHE BREXIT
martedì 14 giugno 2016Inarrestabile ascesa delle sofferenze bancarie, meglio note come "crediti marci" ad aprile: in un anno sono cresciuti di 6,7 miliardi di euro arrivando a 198 miliardi (+2% rispetto il 2015).
Il dato è molto allarmante, se si considera poi che ad aumentare sono soprattutto le sofferenze bancarie delle imprese, salite di 4 miliardi a 140,7 miliardi (+3% dal 2015), mentre quelle relative alle famiglie ammontano a 37 miliardi e sono cresciute della metà, quasi 2 miliardi.
Le sofferenze lorde valgono 198 miliardi, mentre quelle nette sono cresciute di 1,6 miliardi (+2 miliardi dal 2015) a quasi 84 miliardi. Per sofferenze "nette" si intendono quelle che si tramuteranno certamente in perdite per le banche, perchè non c'è alcuna garanzia di beni o accantonamenti per "coprirle", quindi dovranno essere ripianate con capitali freschi, oppure il default. La bancarotta.
Questi che avete appena letto sono i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa. E sono dati catastrofici, se si pensa che i crediti marci superano il capitale di tutte le banche italiane messe assieme.
Sofferenze bancarie di nuovo verso quota 200 miliardi, quindi. Parallelamente c'è la questione delle rate dei finanziamenti non rimborsati: in totale le sofferenze sono passate dai 191,6 miliardi di aprile 2015 ai 198,3 miliardi di aprile 2016 (+3,52%) in aumento di 6,7 miliardi.
A gennaio scorso le sofferenze ammontavano a 202,05 miliardi, ma una parte poi era stata "ceduta" a società specializzate nel recupero dei crediti, cosa che però non è bastata a fermare la valanga dei non rimborsati. Nel dettaglio, la quota di crediti deteriorati che fa capo alle imprese è salita da 136,3 miliardi a 140,7 (+3,21%) in aumento di 4,3 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 35,5 miliardi a 37,4 miliardi (+5,16%) in salita di 1,8 miliardi.
Per le imprese familiari c'è stato un aumento di 416 milioni da 15,5 miliardi a 15,9 miliardi (+2,67%), continua Unimpresa. Le "altre" sofferenze (Pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 4,07 a 4,1 miliardi (+2,95%) con 120 milioni in più.
Le sofferenze nette sono passate da 82,2 miliardi di aprile 2015 a 83,9 miliardi di aprile 2016 in aumento di 1,6 miliardi (+2,04%).
Ad aprile 2015 le sofferenze corrispondevano al 13,64% dei prestiti bancari (1.405,8 miliardi), percentuale salita al 14,07% ad aprile scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano passati a 1.409,8 miliardi.
Rispetto alla fine del 2010 le sofferenze sono quasi triplicate: in poco più di cinque anni, da dicembre 2010 ad aprile 2016, sono salite da 77,8 miliardi a 198,3 miliardi in salita di quasi 120 miliardi. A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi, conclude Unimpresa.
Capitolo tuttavia non conclusivo, dei debiti pericolanti delle banche italiane, perchè se alle sofferenze si sommano i crediti "incagliati" non ancora diventati sofferenze bancarie, allora il totale esplode a 360 miliardi di euro (ultimo dato disponibile, di febbraio 2016).
Da spavento.
Redazione Milano