WALL STREET JOURNAL: ''IL VERO PERICOLO E' UNICREDIT BANCA DEBOLE PIENA DI CREDITI DETERIORATI IN UN'ECONOMIA MORIBONDA''
martedì 3 maggio 2016NEW YORK - "Il soccorso di Banca Popolare di Vicenza, settimo istituto bancario italiano, orchestrato dal governo lo scorso fine settimana, aveva un secondo obiettivo non dichiarato: proteggere la prima banca del paese, Unicredit Spa. Popolare di Vicenza ha annunciato nel tardo pomeriggio di sabato la vendita di 1,5 miliardi di euro di azioni di nuova emissione per acquisire nuovo capitale" scrive oggi in prima pagina il Wall Street Journal, principale quotidiano finanziario mondiale.
Stando a fonti citate nell'articolo dal Wall Street Journal, pero', "la banca di cui tutti erano davvero preoccupati era proprio Unicredit. Lo scorso anno la piu' grande banca del paese si era impegnata ad intervenire come garante per l'inoptato della Popolare di Vicenza; i regolatori temevano pero' che la banca non avesse la forza necessaria a tener fede al suo impegno a causa degli stretti margini di capitale; se il salvataggio fosse fallito, con Unicredit sarebbe stato trascinato a fondo l'intero settore bancario italiano".
Rischio che però non è stato scongiurato, dato che l'intervento "di salvataggio" del Fondo Atlante ha superato per dimensioni il 75% dell'aumento di capitale impedendo con questo la quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza.
"E' per questa ragione - ricostruisce il quotidiano finanziario Usa - che il governo Renzi e' intervenuto pressando le banche italiane affinche' sostenessero finanziariamente il nuovo fondo di garanzia Atlante, che dopo la bocciatura da parte della Borsa italiana, ha assunto su di se' l'onere di rilevare l'intera emissione azionaria di Popolare di Vicenza".
Ma il dato molto preoccupante è che a parte il Fondo Atlante nessun investitore ha rischiato il proprio denaro per sottoscrivere l'aumento di capitale e quindi il salvataggio dal fallimento "catastrofico" della Popolare di Vicenza. Sia i privati che le società finanziarie d'investimento italiane ed europee si sono tenuti a debita distanza.
Scrive ancora il Wall Street Journal: "Era necessario un segnale forte, afferma Nikhil Srinivasan, responsabile degli investimenti di Assicurazioni Generali Spa, i maggiore assicuratore italiano, che partecipa al fondo con 150 milioni di euro. La dirigenza di Unicredit riteneva poi che le pessime condizioni del mercato avessero reso la ricapitalizzazione di Popolare di Vicenza il problema fondamentale per l'intero settore bancario italiano, e per tale ragione sosteneva di non dover affrontare da sola quello che a tutti gli effetti era divenuto un problema sistemico"
Definire "sistemico" un problema di una singola banca territoriale italiana dà il segno di quanto sia deteriorato nel suo insieme il circuito bancario dell'Italia.
"Che i problemi di una piccola banca, per quanto gravi, potessero divenire una grave minaccia per il primo gruppo bancario del paese e' una dimostrazione - conclude l'articolo del Wall Street Journal - dello stato di grave vulnerabilita' in cui versa il sistema bancario italiano e della debolezza di Unicredit, che come il resto del settore in Italia patisce a causa degli interessi bassissimi, dell'economia moribonda e del monte crescente dei crediti deteriorati".
Questo articolo di oggi del Wall Street Journal ha avuto immediata eco sui mercati finanziari, specialmente italiani ma non solo italiani: dell'intera eurozona. La tedesca Commerzbank ha subito già in avvio perdite rilevantissime in Borsa, arrivando a segnare -6% in meno di un'ora dall'apertura, e lo stesso è accaduto a Piazza Affari a Milano, dove l'intero comparto bancario è sommerso di vendite, con cadute dei titoli tra il 4% e il 7% e con l'indice generale precipitato a -1,97% già a metà mattinata.
Redazione Milano