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LA TROVATA DEL ''FONDO ATLANTE'' PER SALVARE LA POP.VICENZA E VENETO BANCA DAL BAIL IN NON FUNZIONA, BANCHE A PICCO.martedì 12 aprile 2016MILANO - Fino a ieri sera, sembrava andasse tutto per il meglio, che fosse stata trovata la via d'uscita per salvare il sistema bancario italiano dal tracollo generale, e invece no: "I feedback (le risposte -ndr) raccolti in via preliminare da potenziali investitori istituzionali degli aumenti di capitale della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e la possibilità di non attivare la garanzia da parte dei membri dei consorzi rendono molto probabile che una quota preponderante degli aumenti (di capitale -ndr), del valore complessivo di 2,5 miliardi di euro, non venga sottoscritta". Insomma, un disastro. E' qiesto che si legge nella presentazione del fondo Atlante pubblicata sul sito internet de Il Messaggero. Il progetto Atlante "dovra' essere implementato tempestivamente, anche alla luce degli aumenti di capitale annunciati dalla Banca Popolare di Vicenz e da Veneto Banca, allo scopo di evitare ripercussioni per l'intero sistema finanziario italiano". Detto chiaramente: la bancarotta di tutte le banche del Paese. "La tempistica del progetto - c'è scritto - prevede l'intervento nella prima banca target (cioe' la Banca Popolare di Vicenza - ndr), previa autorizzazione della Bce, il 29 aprile prossimo, data che puo' variare in funzione del calendario dell'aumento di capitale della Popolare di Vicenza". Che è come dire che il tempo rimasto per attuare concretamente l'aumento di capitale indispensabile per evitare il fallimento è pochissimo. "In assenza di un intervento di sistema vi sarebbe un rischio concreto che le operazioni di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca non trovino pieno riscontro sul mercato, portando, in caso di mancato intervento dei consorzi di garanzia, all'assoggettamento delle banche interessate a una proceduta regolamentare di resolution e conseguente bail-in''. Queste esatte parole le trovate scritte dai promotori del fondo Atlante nella bozza preliminare del progetto resa pubblica dal quotidiano il Messaggero. In questo scenario, prosegue il documento, "vi sarebbero rilevanti ripercussioni sul sistema economico e finanziario italiano, con impatti molto severi sul settore bancario: ulteriore pressione su corsi azionari e capitalizzazioni di mercato; limitata capacita' di funding, se non a condizioni penalizzanti; riduzione del valore del portafoglio investimenti e potenziali impatti a livello di coefficienti patrimoniali". "Alla luce delle considerazioni esposte - si legge ancora -, riteniamo che il progetto Atlante sia di enorme importanza per contribuire ad una maggiore stabilita' del sistema bancario e per consentire una sua sostanziale ripresa di valore, con importanti benefici sulle prospettive economiche del Paese". Solo che - fosse poco - adesso le banche promotrici, in testa Unicredit e Intesa, devono obbligatoriamente impegnare al minimo 2,5 miliardi di euro in contanti nel Fondo Atlante, denaro che non possiedono se non a prezzo di ulteriori aumenti di capitale al loro riguardo, oppure smobilitando riserve in titoli di stato che produrrebbero consistenti buchi di bilancio. E che il Fondo Atlante sia come minimo sottocapitalizzato per sostenere sia gli aumenti di capitale della banche italiane a un passo dal fallimento, sia la mole gigantesca dei crediti marci in pancia di tutto il sistema bancario nazionale, è blazato agli occhi anche del principale quotidano economico mondiale, il Wall Street Journal "Banche italiane: perche' non puoi risolvere questo problema solo con i soldi". E' il titolo di una lunga analisi del Wall Street Journal all'indomani dell'annuncio del fondo Atlante per gli aumenti e le sofferenze del sistema bancario italiano. Secondo il quotidiano statunitense, confrontando i 45 miliardi di euro che servirebbero per la copertura del costo delle svalutazioni dei prestiti peggiori al 20% del loro valore, i "5-6 miliardi del fondo sembrano inadeguati". Ma, sottolinea il Wsj, "il peggior problema per i creditori italiani e' sempre stato quello di mettere le mani sulle loro garanzie. Un processo per bancarotta in Italia dura piu' di 7 anni in media, contro i 2-3 in Europa". E' per questo che diventa di importanza "critica" che il Governo mantenga l'impegno di approvare un decreto la prossima settimana per velocizzare la bancarotta: "senza di questo, gli altri sforzi per ripulire le sofferenze andranno sprecati". Secondo il Wsj il "governo non puo' permettersi di sprecare altro tempo. Se non agisce sul processo fallimentare, questo fondo e le intenzioni che gli stanno dietro non conteranno nulla". E sarà una catastrofe che trascinerà al fallimento l'intero sistema bancario dell'Italia. E dire che Renzi non più tardi di ieri aveva dichiarato: “Questa operazione privata del Fondo Atlante è utile. In Italia esiste un mercato attivo e responsabile che sta affrontando i problemi con risorse proprie, senza chiedere soldi pubblici”. Come no... Redazione Milano. ![]() |
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