BOTTE DA ORBI TRA IL SOCIALISTA SANDERS E LA SIGNORA DI WALL STREET CLINTON, IL PARTITO DEMOCRATICO STA PER ESPLODERE
venerdì 8 aprile 2016WASHINGTON - Altro che gaffe di Donald Trump, che sembrano essere le uniche notizie riprese dai mezzi di "informazione" italiani. In primo piano sulla stampa americana non ci sono, c'è invece il durissimo scontro senza esclusione di colpi ingaggiato dai due candidati del Partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton e Bernie Sanders.
La contesa tra i due, iniziata come una "guerra dei cuscini", con critiche assai pacate e addirittura l'iniziale rifiuto di Sanders di attaccare direttamente la sua avversaria, ha subito una svolta improvvisa e inaspettata ieri, dopo che il senatore socialista del Vermont ha inflitto all'ex segretaria di Stato la settima sconfitta dall'inizio delle primarie, questa volta in Wisconsin.
"Sono arcistufa delle menzogne diffuse dalla campagna di Sanders sul mio conto", e' sbottata la Clinton durante un'intervista a "Politico", affermando che il suo avversario "e' un tipo nuovo di democratico, e in effetti non sono nemmeno sicura lo sia".
In un'altra intervista, questa volta al programma "Morning Joe" dell'emittente Msnbc, la Clinton ha detto di avere "pesanti riserve" in merito alla compatibilita' tra le credenziali politiche di Sanders e il ruolo di presidente degli Stati Uniti.
Il socialista settantenne ha reagito a queste pesanti critiche in maniera insolitamente agguerrita. "Lasciate che dica in risposta al segretario Clinton: io credo che sia lei a non essere qualificata, se tramite i suoi super-pac raccoglie decine di milioni di dollari da parte degli interessi particolari", ha affermato il senatore del Vermont a Philadelphia facendo riferimento alle potenti multinazionali che finanziano la Clinton per evidente interesse non alla sua politica, ma alle scelte in tema d'economia e finanza.
"E' lei a non essere qualificata se riceve 15 milioni di dollari da Wall Street attraverso i suoi super-pac" ha sottolineato Sanders.
Secondo il "Wall Street Journal", però, il tono e il contenuto delle critiche nasconde in realtà una generale pochezza contenutistica e programmatica: la Clinton, sostiene il quotidiano, "si e' spinta cosi' a sinistra per assecondare la rivoluzione progressista di Sanders che le differenze politiche da appianare sono assai poche".
La "Washington Post", invece, si chiede in un'analisi se la svolta conflittuale impressa dai due candidati democratici alla campagna elettorale non causera' danni permanenti al Partito. Questa preoccupazione - ammette il quotidiano da sempre schierato dalla parte del partito democratico - e' forte soprattutto tra i sostenitori della Clinton, che considerano la nomina di quest'ultima inevitabile e pretenderebbero che Sanders si limitasse semplicemente a lasciarle campo libero. Cosa che di sicuro non farà. Ma il cero pericolo per la Clinton è un altro: l'elettorato super liberal - che negli Usa equivale a socialista - sconfitto Sanders alla nomination, poi voterebbe la signora Clinton?
Secondo molti sondaggi al riguardo, solo il 50% degli attuali sostenitori di Sanders andrebbe alle urne per votarla, e questo al di là perfino di chi sarà il candidato repubblicano, impedirà a Hillary Clinton di succedere a Obama alla Casa Bianca.
Redazione Milano