NEW YORK TIMES: C'E' L'OFFENSIVA MILITARE DELL'ISIS IN EUROPA E LA UE E' INCONCLUDENTE: LIBERA CIRCOLAZIONE E' SBAGLIATA
giovedì 24 marzo 2016NEW YORK - Le bombe esplose all'aeroporto e dentro un vagone della metropolitana di Bruxelles sono soltanto l'ultimo episodio di quella che dovrebbe essere ormai considerata una vera e propria offensiva militare dello Stato islamico contro l'Europa, scrive Daniel Bayman sul "New York Times".
"Il carnaio di Bruxelles - continua Bayman - va osservato in prospettiva: gli Stati Uniti, i loro alleati e la Russia stanno colpendo duramente le basi dell'Isis in Siria e in Iraq, dove il gruppo terroristico appare costretto sulla difensiva, continuando a subire pesanti sconfitte militari. Il sedicente califfato si e' cosi' risolto ad aprire un nuovo fronte a dimostrazione della propria superiorita' globale sulle altre organizzazioni terroristiche. Il teatro di questa nuova offensiva militare e' proprio l'Europa".
"Dal 2014, l'Isis ha perduto il 40 per cento dei territori sotto il suo controllo in Iraq e altrettanto in Siria. E' stato dimezzato. Citta' importanti come Ramadi sono state sottratte ai terroristi, e Mosul, capitale di fatto dello Stato islamico in Iraq, potrebbe essere la prossima. Il Pentagono sostiene che l'Isis abbia perso almeno 10 mila combattenti. Si tratta di sconfitte doppiamente pesanti per l'Isis, che si era distinto da organizzazioni come al Qaeda proprio con la creazione di uno Stato di fatto a cavallo tra i due paesi mediorientali".
"Le sconfitte militari - prosegue questo articolo del New York Times - rappresentano per l'Isis soprattutto un danno d'immagine. Si tratta di una notizia buona in se', ma preoccupante per l'Europa: attentati d'alto profilo nelle capitali europee, come quelli dello scorso novembre a Parigi e di martedi' a Bruxelles, servono infatti allo Stato islamico proprio per riaffermare la propria superiorita' e difendere la propria immagine, da cui dipende il continuo reclutamento di terroristi e combattenti tra le sue file".
"Piu' di 5 mila cittadini europei si sono uniti al gruppo terroristico dal 2012; molti sono belgi e francesi. I servizi di sicurezza europei sono sopraffatti, date le regole di libera circolazione dentro la Ue, dove a chiunque e' concesso di transitare liberamente attraverso i confini europei e nazionali, mentre le relazioni tra le agenzie di sicurezza sono assai piu' limitate e circoscritte".
"La cooperazione sul fronte della sicurezza - continua a scrive Bayman - rimarra' un problema anche dopo gli ultimi attentati: i problemi di natura tecnica potranno forse essere risolti, ma il problema di fondo, che è l'integrazione delle comunita' musulmane nella società degli Stati dell'Europa e' assai piu' complesso. I musulmani in Europa si sentono spesso alienati, e nutrono una profonda sfiducia e diffidenza nei confronti delle autorita' e delle forze dell'ordine. Quello europeo, insomma, e' un problema di fiducia e l'ascesa delle destre, che pure e' una reazione scontata all'atteggiamento e alle politiche remissive sinora messe in campo dalla politica dell'Unione europea e dalle autorita' dei singoli Stati spesso orientate al lassimo, all'accoglienza a tutti i costi, non fara' che aggravare la situazione".
Per il New York Times, quindi, così come stanno le cose possono solo peggiorare con altri devastanti attentati, stragi di massa, inconcludenza della politica Ue, libertà d'azione dei terroristi islamici in tutta l'Unione europea.
Redazione Milano.