IL GRANDE QUOTIDIANO SPAGNOLO ''EL PAIS'' INTERVISTA ASSAD: ''SALVERO' LA SIRIA, MA NON SIGNIFICA CHE POI SARO' PRESIDENTE''
lunedì 22 febbraio 2016Il mese prossimo ricorrera' il quinto anniversario dell'insurrezione che ha precipitato la Siria in una delle guerre piu' sanguinose nella storia del Medio Oriente. Il presidente Bashar al Assad, salito al potere dopo la morte del padre, nel 2000, ha perso quasi subito il controllo di una parte del paese, ma di recente ha riguadagnato terreno e il suo esercito ha lanciato un'offensiva per tagliare le vie di accesso e di rifornimenti di insorti e terroristi dalla Turchia, con la decisiva copertura dei bombardamenti dell'aviazione russa, che hanno avuto inizio lo scorso mese di settembre.
In una intervista al quotidiano spagnolo El Pais pubblicata oggi, il presidente siriano afferma di voler recuperare il controllo di tutto il territorio e vincere la guerra. "Siamo gia' nel centro della citta' e gran parte di Aleppo e' sotto il controllo del governo. La questione - ha spiegato Assad - non e' piu' recuperare il controllo della citta', il problema e' bloccare le strade che collegano la Turchia e i terroristi. Questo e' lo scopo della battaglia di Aleppo, e recentemente siamo riusciti a interrompere le vie principali. Non si tratta di una chiusura completa, ma certamente ha reso piu' complicati i rapporti tra la Turchia e i terroristi", spiega Assad.
"Il supporto russo e iraniano e' stato essenziale per consentire al nostro esercito di raggiungere questa svolta. Sicuramente abbiamo bisogno di questo aiuto, per un semplice motivo: perche' piu' di 80 paesi sostengono con differenti mezzi i terroristi. Alcuni in modo diretto con il denaro, con il supporto logistico, armi o combattenti. Altri paesi offrono sostegno politico in varie sedi internazionali", accusa il leader siriano.
Sul perche' la Siria sia divenuta una calamita del jihadismo internazionale, Assad afferma: "Sostanzialmente per il sostegno che i terroristi ricevono. L'Arabia Saudita e' il principale finanziatore di quei terroristi che vengono messi sugli aerei e inviati prima in Turchia e poi in Siria. L'altro fattore di attrazione e' da ricercare nel caos, perche' il caos e' un terreno fertile per i terroristi. Il terzo fattore e' l'ideologia che li accomuna", e che secondo il presidente siriano e' riconducibile ad al Qaeda.
Assad spiega che se il governo siriano riuscira' a imporre il proprio controllo sul territorio "la cosa piu' normale sarebbe formare un governo di unita' nazionale che riunisce tutte le correnti politiche che desiderano farne parte. Questo governo - sostiene il presidente - dovrebbe preparare le condizioni per la stesura di una nuova Costituzione. Se si vuole parlare del futuro della Siria e di come risolvere i problemi interni, allora si deve discutere della Costituzione".
Alla domanda sul suo futuro di qui a dieci anni, Assad risponde: "Tra dieci anni spero di essere stato capace di salvare la Siria, ma questo non significa che saro' ancora presidente". Questo, probabilmente, il passaggio centrale e decisivo dell'intervita del Pais ad Assad.
Sul ruolo che la Spagna puo' avere nella risoluzione del conflitto siriano, infine, Assad ricorda che il paese europeo "si e' pronunciato contro qualsiasi soluzione rischiosa in Siria e questa e' una cosa che apprezziamo. Madrid non ha sostenuto alcuna azione militare contro la Siria e ha avvertito che una cosa del genere complicherebbe ulteriormente la situazione. La Spagna - ha ricordato - non hai parlato di rovesciare il presidente ne' di interferire nei nostri affari interni e ha sempre sostenuto che tutto deve avvenire sulla base di una soluzione politica e attraverso un processo politico. Allo stesso tempo, la Spagna fa parte dell'Unione Europea, e quindi deve attenersi alle decisioni della comunita'. Speriamo che la Spagna trasmetta la nostra visione politica del conflitto in Siria in seno all'Ue", conclude Assad.
Redazione Milano.