PROCEDURA D'INFRAZIONE UE CONTRO IL GOVERNO RENZI: SARA' DEFERITO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA PER DISASTRO MIGRANTI
mercoledì 9 dicembre 2015BRUXELLES - Era una minaccia, ora sembra diventata realta': la Commissione europea pronta a rivolgere all'Italia una procedura d'infrazione per non avere raccolto le impronte dei migranti arrivati nel Paese. Il tutto avverra' nei prossimi giorni, secondo fonti provenienti direttamente da Bruxelles.
Si tratterebbe di un "atto dovuto a causa del mancato rispetto delle disposizioni del regolamento Eurodac", il sistema di rilevamento dati attivo a livello europeo, secondo la stessa fonte, e sarebbe imputato all'Italia e ad altri due Stati europei (non precisati).
"La decisione della Commissione europea di aprire una procedura di infrazione contro l'Italia per la mancata registrazione dei migranti è proprio ingiusta e ci fa veramente arrabbiare. Ci chiediamo che senso abbia mettere l'Italia sul banco degli imputati, che è stata sola a lungo ad affrontare questo fenomeno e che è un Paese che ha fatto molto più di altri, per qualche mancanza nella registrazione (decine di migliaia, altro che "qualche mancanza" -ndr) che peraltro risale a momenti di arrivi caotici del passato" ha dichiarato la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia. Ma è una reazione rabbiosa che non cambia il merito dell'accusa.
La procedura di infrazione arriva dopo mesi in cui l'Italia stava fornendo continue informazioni alla Ue circa la pratica delle impronte, nella speranza di un esito positivo e non dell'apertura di una procedura, primo passo che potrebbe arrivare a portare il Governo italiano di Matteo Renzi davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
In Italia, come in Grecia, sono stati di fatto aperti i primi hotspots, centri di identificazione e smistamento dei migranti in arrivo dopo essere sopravvissuto alla fuga dal proprio paese e al viaggio nel Mar Mediterraneo, ma riferendoci all'Italia, nessuno è funzionante secondo gli accordi presi con la Ue, che prevedono di lasciare dentro queste strutture tutti i migranti che non hanno diritto d'asilo e che nello specifico di quelli che arrivano nel Belpaese sono oltre il 95%.
Qui, una volta date le impronte, dovrebbero riuscire a chiedere asilo politico (quei pochi) rimanendo in attesa di una risposta, tutti gli altri vanno espulsi. La situazione, in realta', e' a dir poco caotica e il caso dell'hotspot di Lampedusa e' emblematico: "Da settembre le autorita' Italiane hanno adottato nuove pratiche illegali in violazione dei diritti dei migranti e dei richiedenti asilo presso l'hot spot di Lampedusa", denuncia l'europarlamentare Barbara Spinelli in un'interrogazione firmata da altri 22 colleghi europei.
"Arrivati nell'hot spot, i migranti sono frettolosamente intervistati e ricevono un formulario incompleto senza informazioni sul diritto all'asilo. Pertanto, molti migranti ricevono provvedimenti di respingimento senza avere avuto l'opportunita' di chiedere asilo ai sensi delle direttive 2011/95/UE detta "Direttiva Qualifiche" e 2013/32/UE detta "Direttiva Procedure".
Una volta ricevuti i provvedimenti di respingimento, i migranti sono cacciati dai centri con un documento che li obbliga a lasciare il paese entro sette giorni dall'aeroporto di Roma Fiumicino, ma è semplicemente una presa in giro. Nessuno di loro lascia o ha mai lasciato l'Italia dopo aver ricevuto il provvedimento di respingimento, che rimane un pezzo di carta senza conseguenze concrete.
Anzi, una conseguenza indiretta - piuttosto - ha fatto infuriare la Ue fino ad arrivare alla procedua d'infrazione della quale oggi è stato avviato l'iter: decine di migliaia di "respinti" si sono dati di fatto alla clandestinità e senza neppure le impronte che li possano far individuare hanno varcato tra il 2014 e la primavera del 2015 le frontiere italiane invadendo la Francia e poi la Germania.
Ce n'è abbastanza per aver fatto finire il governo Renzi davanti alla Corte di Giustizia Europea.
Redazione Milano.