IL TIMES DI LONDRA PUBBLICA I DATI SULL'IMMIGRAZIONE IN GRAN BRETAGNA: E' LA PIU' ALTA DALL'EPOCA COLONIALE (VA FERMATA)
giovedì 12 novembre 2015LONDRA - In evidenza sul quotidiano britannico "The Times" gli ultimi dati su immigrazione e occupazione nel Regno Unito. Secondo l'Office for National Statistics, l'istituto nazionale di statistica, in Gran Bretagna lavorano 2,1 milioni di immigrati comunitari e "centinaia di migliaia" sono arrivati l'anno scorso in cerca di lavoro.
In un anno gli occupati comunitari sono aumentati di 300.000 unita', l'incremento maggiore dal 1997.
Sono stati creati 448.000 nuovi posti e tre su quattro - 326.000 - sono andati a immigrati provenienti dall'Unione Europea, altri 122.000 a cittadini britannici e altri 2.000 a extracomunitari.
Il miglioramento dell'economia del Regno Unito ha attratto i lavoratori di altri paesi europei, compresi quelli in difficolta' dell'area dell'euro.
Lord Green of Deddington, presidente di MigrationWatch Uk, sottolinea che si tratta dell'aumento maggiore mai registrato nella storia britannica addirittura dall'epoca coloniale e suggerisce di porre limiti ai permessi di lavoro, qualunque sia la provenienza dei lavoratori, per far si' che vengano accolti solo i piu' qualificati e non quelli non qualificati che costituiscono la gran parte dei migranti dell'Ue.
Il numero di romeni e bulgari che lavorano in Gran Bretagna e' aumentato di 34.000 unita', arrivando a 201.000, i polacchi sono 975.000, 136.000 in più, quelli provenienti dagli Stati fondatori dell'Ue ma soprattutto dell'euro, come Francia, Italia, Germania e Paesi Bassi, sono passati da 683.000 a 838.000 con un incremento di 155.000 unita'.
Dall'esterno dell'Ue, invece, si sono aggiunti solo 2.000 nuovi lavoratori: gli arrivi dal Sudafrica sono scesi da 60.000 a 47.000; quelli dal resto del continente africano da 194.000 a 192.000; lieve calo anche per australiani, neozelandesi e indiani; in aumento, infine,pachistani e bengalesi.
Il quadro generale dell'immigrazione in Gran Bretagna denota un imponente travaso di forza lavoro dall'Europa e specialmente dall'eurozona, tutto a discapito dei lavoratori britannici. E' su questo punto che ruota la campagna per il Brexit, che ad oggi dà in vantaggio l'uscita dalla Ue sulla permanenza.
Redazione Milano.