MELA MARCIA AL VERTICE DI REGIONE LOMBARDIA: IL VICE PRESIDENTE MANTOVANI IN MANETTE (GARAVAGLIA ACCUSATO, MA LE PROVE?)
martedì 13 ottobre 2015MILANO - Ci sono appalti truccati relativi al trasporto di malati dializzati, assegnati quando Mario Mantovani era assessore alla Sanità del Pirellone, e gare pilotate relative alla ristrutturazione di alcune scuole di Arconte, di cui il politico Pdl è stato sindaco fino al maggio 2014 al centro dell'inchiesta coordinata dal procuratore Giulia Perrotti e dal pm Giovanni Polizzi che ha portato al suo arresto, insieme al suo braccio destro Giacomo Di Capua e di Angelo Bianchi, ingegnere che lavorava la Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per al Lombardia e la Liguria. Tra gli illeciti commessi da Mantovani, ci sono anche, secondo la Procura, diversi profili di concussione.
L'assessore regionale ed ex parlamentare avrebbe fatto pressioni perché Angelo Bianchi, arrestato nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Sondrio, non avesse conseguenze dall'inchiesta e una volta rientrato al lavoro, recuperasse le sue funzioni, nonostante il Provveditore Pietro Baratono si opponesse e nonostante l'ingegner Alfio Leonardi, dirigente del ministero Infrastrutture e Trasporti in servizio presso il Provveditorato per le Opere Pubbliche, avesse dato disposizioni affinché Bianchi non venisse reintegrato. L'inchiesta è partita proprio dalla denuncia dell'ingegner Leonardi, che notando le irregolarità, ha deciso di presentare un esposto in Procura. Tra i reati contestati all'ex vicepresidente della Regione Lombardia, che attualmente detiene la delega alle Relazioni Internazionali del Pirellone, c'è anche la corruzione.
Mantovani, infatti, avrebbe ottenuto che i lavori di ristrutturazione di alcuni immobili di sua proprietà venissero realizzati da un architetto, che in cambio avrebbe ottenuto alcuni incarichi pubblici e vinto alcune gare d'appalto. Nell'elenco sono finiti anche la casa di riposo Opera Pia Castiglioni a Cormano e la struttura di Casorezzo, di cui Mantovani è socio, appartamenti e uffici ad Arconate, la cascina dove abita il politico e immobili di alcuni familiari. I reati contestati dal giugno 2012 al giugno 2014 ma, da quanto si apprende, al centro dell'indagine ci sarebbero anche episodi più recenti che hanno reso necessarie le esigenze cautelari.
Tra i 13 indagati nell'ambito dell'inchiesta milanese, coordinata dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti e dal pm Giovanni Polizzi, che ha portato all'aresto dell'ex assessore alla sanità al Pirellone Mario Mantoviani e di altre due persone, c'è anche l'attuale assessore all'Economia del Pirellone Massimo Garavaglia. Le accuse, formulate dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti e del pm Giovanni Polizzi a seguito di un'indagine del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, sono di corruzione, concussione e turbativa d'asta anche se, da quanto si apprende, nel corso dell'inchiesta, che abbraccia un periodo che va dal giugno 2012 al giugno 2014, non sarebbero stati documentati passaggi di denaro.
In sostanza, Massimo Garavaglia è sotto inchiesta per corruzione, concussione e turbativa d'asta, ma non esistono prove materiali che lo dimostrino, mancando tracce di passaggi di denaro che darebbero senso e corpo alle accuse, nonostante - si può tranquillamente presumere - le approfondite indagini della Guardia di Finanza al suo riguardo, certamente svolte con il massimo impegno prima dell'esplosione - stamattina - del nuovo scandalo tangenti in Lombardia.
Redazione Milano.