L'FMI AMMETTE CHE IL DEBITO DELLA GRECIA VA CANCELLATO E LE SERVONO ANCHE 50 MILIARDI DI EURO IN CONTANTI
venerdì 3 luglio 2015NEW YORK - Il Fondo monetario internazionale (Fmi) - uno dei principali creditori internazionali di Atene - ha ammesso ieri che la Grecia non potra' mai imboccare un cammino di ripresa economica senza essere prima liberata di una parte del debito che grava sulle sue spalle.
Quella contenuta nell'ultimo rapporto del Fondo - scrive il "New York Times - e' un'ammissione piuttosto tardiva, dal momento che negli ultimi anni la cosiddetta troika ha concesso ad Atene prestiti a fondo evidentemente perduto - e a spese dei contribuenti europei - per ben 300 miliardi di euro.
L'Fmi, comunque, ha ribadito la sua condanna alla linea politica del governo guidato da Alexis Tsipras, in carica da cinque mesi.
Il Fondo ha accusato la maggioranza di governo greca guidata dal partito Syriza d'aver gravemente peggiorato il gia' preoccupante stato dell'economia ellenica: secondo il Fondo, allo Stato attuale tenere a galla la Grecia richiederebbe un'iniezione di capitali da 50 miliardi di euro. Ma non si capisce come avrebbe fatto in appena cinque mesi e senza avere stanziato alcuna spesa, il governo Tsipras ad aver "gravemente peggiorato" i conti della Grecia.
Il rapporto del fondo - sottolinea il quotidiano Usa - comunque non manchera' di creare forti tensioni tra l'istituzione finanziaria e i creditori europei della Grecia, le cui proposte di "salvataggio" non prevedono alcuna remissione del debito greco, nè tagli nè sconti.
Le istituzioni finanziarie internazionali - sottolinea il "New York Times - "hanno proceduto al 'bail out' di miliardi in obbligazioni greche nel 2012", e soltanto oggi, che "gran parte del debito greco e' a carico dei contribuenti europei", emerge l'ipotesi di una remissione del debito che colpirebbe i bilanci degli Stati anziche' quelli degli istituti bancari che avevano investito nella Grecia prima della crisi.
Infatti, il New York Times non manca di far notare che i vasti finanziamenti alla Grecia non sono serviti a rilanciarne l'economia ma a salvare le banche private tedesche e francesi che avevano improvvidamente prestato forti capitali a società greche, soprattutto nel settore immobiliare e finanziario, che a seguito della crisi innescata dal fallimento della Lehman erano finite a loro volta in dissesto.
In questo modo, un debito che era tutto all'interno del mercato privato di capitali è stato trasformato in un debito sulle spalle dei cittadini europei, ovvero dei bilanci degli stati Ue.
Questo, c'è all'origine della situazione attuale della Grecia.
Redazione Milano