IN GERMANIA SEMPRE PIU' FORTE LA RICHIESTA DI CACCIARE LA GRECIA DALL'EUROZONA (E IN CAMBIO LA CANCELLAZIONE DEL DEBITO)
venerdì 5 giugno 2015BERLINO - Dalla fine della guerra civile ad oggi, la Grecia non e' mai stata vicina quanto ora ad una catastrofe economica: casse dello Stato vuote, un indebitamento pubblico esorbitante, scioperi e disordini sociali. Presto stipendi e pensioni potrebbero non essere piu' pagati e la produzione industriale continua a calare. Gli investitori si tirano indietro e nel paese non arriva piu' capitale straniero. Il deficit del settore pubblico - aziende di Stato comprese - ammonta a un terzo del Pil.
Solo con obbligazioni mensili e continue sovvenzioni europee, scrive l'opinionista Richard Fraunberger sul quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung" che ha disegnato questo quadro, Atene riesce a tenersi a galla.
"La situazione economica e finanziaria del paese rende insostenibile l'appartenenza della Grecia all'eurozona", sostiene l'opinionista.
La Commissione europea, invece, continua a chiedere ad Atene l'attuazione di drastiche misure di riforma.
In Germania, pero', una parte sempre piu' consistente del mondo economico e' convinta che tenere legata la Grecia alla flebo degli "aiuti" europei sia ormai impossibile, tanto per Atene quanto per i suoi creditori. Il governo del premier Alexis Tsipras non si atterra' alle richieste di riforma concordate, ha dichiarato il presidente del Centro di ricerca economica europea (Zew), Clemens Fuest.
Per questo, secondo Fuest, la Germania non dovrebbe concedere nuovi crediti, col rischio piu' che concreto di non vederli piu' restituiti.
Sarebbe invece il caso, secondo Fuest, che Berlino e gli altri paesi dell'eurozona discutessero in maniera piu' costruttiva dei prestiti gia' concessi e in merito alle condizioni della loro restituzione.
Anche il presidente dell'Istituto di ricerca economica Ifo, Hans-Werner Sinn, continua a sostenere la razionalita' di uno scenario di uscita della Grecia dall'eurozona. Secondo Sinn, infatti, "solo l'uscita e la svalutazione della moneta potrebbe far ripartire l'economia di quel paese".
Ovviamente, nessuno di questi centri di studio e analisi economiche pone la questione principale, al riguardo della catastrofe greca: la "ricetta" della troika Ue-Bce-Fmi invece di migliorare la situazione verso una via d'uscita fatta di ripresa e ritrovato benessere, ha tutto al contrario peggiorato drasticamente le consizioni di vita, economiche e sociali della Grecia. Quindi, quel persorso imposto dai "creditori" è completamente errato, alla prova dei fatti.
La crisi greca ha spaccato in due il mondo economico e politico tedesco, ma e' riuscita anche a ricompattare il partito euroscettico "Alternativa per la Germania" (AfD). Sia Hans-Olaf Henkel, appartenente all'ala piu' liberale della formazione, che Frauke Perry, l'esponente piu' conservatrice di AfD, chiedono di condonare il debito contratto dalla Grecia coi suoi creditori europei e lasciare che Atene esca dall'eurozona (Grexit). "Sarebbe nell'interesse di entrambe le parti", ha dichiarato la co-segretaria di AfD Petry al quotidiano "Handelsblatt".
Henkel, parlamentare europeo di AfD, si e' rivolta direttamente al governo tedesco, avvertendo che concedere altri prestiti al Paese ellenico, che non e' in grado di onorarli, equivarrebbe ad estendere l'entita' delle perdite miliardarie subite di fatto dai suoi creditori e terrebbe legata Atene a un circolo vizioso dal quale per anni e' stata incapace di uscire.
Redazione Milano.