WIKILEAKS PUBBLICA DOCUMENTI SEGRETI DELLA UE: PIANO PER INVADERE LA LIBIA, E BLOCCARE I TRAFFICI DI MIGRANTI (GUERRA)
martedì 26 maggio 2015WikiLeaks ha pubblicato due documenti classificati dell'Unione europea sull'intervento militare contro le reti di trafficanti di esseri umani attive nel Mediterraneo; uno dei due documenti è il piano licenziato dai ministri della Difesa poi approvato il 18 maggio scorso a Bruxelles.
Nella descrizione offerta da WikiLeaks si afferma che si tratta di un piano per "un'operazione militare di (almeno) un anno contro le reti e le infrastrutture di trasporto dei profughi nel Mediterraneo, comprendente la distruzione di imbarcazioni ancorate e di operazioni dentro i confini territoriali libici".
Secondo l'organizzazione di Julian Assange "l'intento dei ministri della difesa Ue" è "dispiegare una forza militare contro le infrastrutture civili In Libia per fermare i flussi migratori" e visti "i precedenti attacchi in Libia da parte di diversi membri europei della Nato e delle riserve petrolifere in Libia, il piano potrebbe portare ad altri coinvolgimenti militari in Libia".
Nel documento si afferma che il piano prevede un'operazione in tre fasi di circa un anno e la prima fase dovrebbe portare a "una sufficiente comprensione dei modelli di business di traffico degli esseri umani, dei finanziamenti, delle rotte, dei punti di imbarco, delle capacità e delle identità, in modo che le operazioni di interdizione possano avere inizio con la più alta probabilità di successo e il minimo rischio". Di fatto, si precisa, l'operazione dovrebbe considerarsi conclusa una volta "ridotti in modo significativo il flusso dei migranti e le attività dei trafficanti".
Nel piano si ammette la possibilità dell'intervento della forza militare Ue "all'interno della zona di sovranità libica": "La minaccia posta alla missione deve essere riconosciuta, soprattutto durante attività quali l'imbarco, durante operazioni su terra o in prossimità di zone costiere non sicure o durante interazioni con imbarcazioni che non dovrebbero prendere il mare. Così come deve essere tenuta in considerazione la potenziale presenza di forze ostili, estremisti o terroristi quali quelli dell'Isis, e la minaccia posta dalla sola gestione di grandi numeri di migranti".
Per l'uso della forza sono quindi necessarie, si legge ancora nel documento, "regole di ingaggio robuste e riconosciute, in particolare per il sequestro di imbarcazioni in caso di opposizione, per la neutralizzazione delle navi e dei beni dei trafficanti, per situazioni specifiche quali il soccorso di ostaggi e la detenzione temporanea di quanti rappresentano una minaccia alla missione o sono sospettati di crimini". Il piano prevede anche una strategia da adottare nel campo dell'informazione, in quanto si evidenzia "il rischio per la reputazione dell'Ue in caso di qualsiasi trasgressione percepita dall'opinione pubblica a causa di eventuali incomprensioni riguardanti compiti e obiettivi" della missione, o nel caso di eventuali "perdite di vite umane attribuite, correttamente o meno, all'intervento o all'inazione della forza europea".
A tale fine "le operazioni di informazione militare dovrebbero far parte integrante di questo piano Ue", andando a interessare anche la Libia e i Paesi confinanti del Nord Africa.
Redazione Milano