L'ANALISI DI LUCA CAMPOLONGO / LE PREVISIONI DELL'UNIONE EUROPEA PER L'ITALIA DAL 2012 AD OGGI SONO TUTTE FALSE (TRUFFA)
venerdì 8 maggio 2015In questi giorni gli oligarchi ue hanno diramato le stime su pil e rapporto deficit/pil per il 2015 per il nostro paese.
Secondo Bruxelles, quest’anno il pil crescera di “ben” lo 0,6% (ricordiamo che i dati storici evidenziano che per crescite del pil inferiori al 2% non si crea nuova occupazione) ed il rapporto deficit/pil dovrebbe attestarsi al 2,6%, facendoci rientrare nel “club dei bravi scolari”.
Ci sarebbe quasi da essere felici, dopo anni di crisi, se non fosse per un semplice fatto: negli ultimi anni le previsioni della ue sulla crescita del pil non si sono mai avverate.
Non ci credete? Vediamo qualche dato a confronto
Anno 2012
Previsioni ue: pil -1,4% e rapporto deficit/pil 3%
Realtà: pil -2,4% e rapporto deficit/pil 3%
Anno 2013
Previsioni ue: pil -1,3% e rapporto deficit/pil 2,9%
Realtà: pil -1,9% e rapporto deficit/pil 2,8%
Anno 2014
Previsioni ue: pil +0,7% e rapporto deficit/pil 3%
Realtà: pil -0,4% e rapporto deficit/pil 3%
I dati consultivi sono presi direttamente dall’ISTAT.
Come possiamo notare, mentre il rapporto deficit/pil rispetta sostanzialmente le attese, la crescita del pil è stata sistematicamente sovrastimata dagli oligarchi ue.
Il motivo? Molto semplice: indurre nei cittadini la speranza che il peggio sia finito e far meglio sopportare loro le varie manovre correttive messe in atto dagli ultimi tre governi per rispettare il famigerato “parametro” che crea distinzione tra paesi cattivi e buoni secondo i canoni espressi dalle parti di Berlino e Bruxelles.
D’altra parte è dimostrato scientificamente che le persone hanno scarsa memoria per numeri e dati, per cui, da un anno all’altro si può ripetere in modo agevole il trucchetto, “spostando” di ulteriori dodici mesi la ripresa e passando subito all’incasso con le manovre correttive in nome della “crescita” e del “risanamento”.
In Veneto c’è un proverbio che recita all’incirca in questo modo: “Un contadino si lamentò che sul più bello che era riuscito ad abituare il suo asino a mangiar paglia al posto della biada, gli era morto.” Questo è quello che rischia il premier non eletto italiano e gli oligarchi ue: sono talmente convinti di poter condannare un intero continente (questo è un trucchetto diffuso nell’intera eurozona) alla misera ed alla disperazione, da non rendersi conto che sta montando la più grande ondata di rigetto nei confronti delle istituzioni europee che si sia mai vista.
Le strade percorribili per l’italico stivale sono solamente due: o una lenta e dolorosa agonia che porterà alla deindustrializzazione del paese, facendolo diventare una colonia a basso costo per le potenti multinazionali dei paesi teutonici, o la presa di coscienza che l’euro ed i folli parametri che stanno alla sua base sono una catena da spezzare, senza lasciarsi imbonire da previsioni più degne di una fattucchiera che di un centro studi.
Altre strade non ve ne sono, e dipende solo ed esclusivamente dai cittadini, quale futuro darsi.
Luca Campolongo
Fonti: comunicati ufficiali della commissione ue e dati istat