LA PRESIDE RENZIANA DELL'ISTITUTO SCOLASTICO (STATALE) ANTONIO GRAMSCI VIETA LA BENEDIZIONE, OFFENDE I MUSULMANI.
martedì 21 aprile 2015CAGLIARI - E' polemica sulla mancata benedizione dell'Istituto comprensivo statale Antonio Gramsci di Decimoputzu, un comune di circa 4.500 abitanti in provincia di Cagliari, durante il periodo pasquale. Lo stop imposto dalla preside - evidentemente d'orientamento piddino o sellino - al parroco della Chiesa Nostra Signora delle Grazie per evitare di interrompere le attivita' scolastiche e per rispetto verso gli alunni che professano altre religioni, sta animando le discussioni sul web e i social e non ha lasciato indifferente nemmeno la politica.
All'attacco l'ex governatore Ugo Cappellacci (Fi). "Questa 'moda' - scrive in un post su Facebook - secondo la quale per rispettare una religione bisognerebbe rinunciare alla propria o cancellare le tradizioni e la cultura di un popolo e' dannosa, alimenta le tensioni anziche' mitigarle e fa avanzare quel 'nulla' che e' terreno fertile per ogni intolleranza.
Siamo arrivati all'assurdita' - denuncia - che la pratica di una tradizione nostrana viene considerata offesa ad un'altra. E' il massimo livello di intolleranza: quella verso se' stessi. A furia di inneggiare al 'jesuisqualcunaltro' e al 'boldrinismo' esasperato ci stiamo dimenticando chi siamo noi".
Tuona anche la destra. "La decisione della dirigente scolastica di Decimoputzu che ha negato al parroco del paese di benedire le aule scolastiche per un presunto bisogno di tutelare i bambini di religione musulmana, e' sbagliata - ribadisce il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda, protagonista qualche anno fa di una visita alla comunita' musulmana di Cagliari durante la preghiera del venerdi' - e rischia di alimentare al contrario un clima di odio e intolleranza.
Negando, nascondendo le nostre radici cristiane - argomenta - non aiutiamo ne' creiamo una convivenza basata sul rispetto. Rispetto reciproco e non tolleranza. Tolleri cio' che non sopporti, mentre bisogna insegnare che qui c'e' una tradizione e una cultura cattolica cristiana".