PER AMANDA KNOX IN OGNI CASO NIENTE ESTRADIZIONE: LA LEGGE USA VIETA UN SECONDO PROCESSO SE L'IMPUTATO E' STATO ASSOLTO
mercoledì 25 marzo 2015SEATTLE - Amanda Knox a poche ore dal verdetto finale che metterà la parola fine sulla morte della studentessa inglese Meredith Kercher, anche se lontana da Roma fa ancora parlare di sè. Amanda oggi ha ventisette anni, vive a Seattle dove lavora in una libreria e collabora come freelance per il 'West Seattle Herald' e oggi non sarà nell'aula della corte di Cassazione dove si deciderà il suo futuro. Da giorni si rincorrono le voci di un matrimonio riparatore con il fidanzato Colin Sutherland, ex compagno di scuola e rocker. E' stato infatti il quotidiano inglese The Guardian nei giorni scorsi insidiare il dubbio che Amanda fosse incinta e in questo caso, se la Suprema corte confermasse la condanna, la richiesta di estradizione in Italia verrebbe respinta. La corte d'Assise di Firenze, nel corso dell'appello bis, ha infatti messo un altro timbro sulla condanna a 28 anni di carcere per Amanda e 25 per Raffaele Sollecito.
Con l'eventuale conferma della Cassazione oggi Amanda Knox sarebbe colpevole dell'omicidio di Meredith Kercher E pertanto si dovrebbero o potrebbero attivare le procedure per la richiesta di estradizione da parte della procura generale al ministero di Grazia e Giustizia italiano che la spedisce allo stato americano. Il nostro dicastero domanda al corrispondente Dipartimento americano la cattura e il trasferimento della donna. Ma si tratta di una possibilità remota, perché gli Usa sono sempre restii a consegnare i propri cittadini alla giustizia di altri Paesi.
L'Italia ha con gli Stati Uniti un trattato di estradizione datato 1983 e spesso ignorato nella prassi. In caso di condanna definitiva della Knox si aprirebbe un fronte diplomatico con scarse speranze di successo. La possibilità più lontana - secondo molti avvocati e vista la prassi seguita fino ad oggi - è che l'America accolga la richiesta di estradizione e 'consegni' la ragazza all'Italia, Stato nel quale dovrà scontare la pena.
La seconda ipotesi è che gli Usa neghino l'estradizione ritenendo che la sentenza non sia conforme ai principi generali del sistema giuridico statunitense. A quel punto inizierebbe una sorta di 'duello' affinché gli Usa possano applicare la pena nel loro territorio, ma quasi sicuramente verificheranno che le norme dei due Stati siano compatibili. Negli Stati Uniti vige il principio che in Italia viene chiamato 'ne bis in idem' cioè la norma costituzionale per cui una persona assolta non può essere processata una seconda volta sulla base delle stesse accuse.
Nell'ordine americano non esiste il 'giudizio formale' della Cassazione e visto che di fatto Amanda era stata già assolta in appello, a Perugia, nel 2011, per l'America la sentenza di oggi non è poi così pacifica. I tempi, qualunque decisione prenda lo Stato italiano, non saranno comunque brevi: nulla accadrà prima di sei-otto mesi.
Redazione Milano