IL WALL STREET JOURNAL: ''UN ENORME FLUSSO DI CAPITALI E' IN USCITA DALL'EUROZONA VERSO STATI UNITI, DANIMARCA, SVIZZERA''
lunedì 23 marzo 2015NEW YORK - Eccezionale intervento del principale quotidiano economico mondiale al riguardo della caduta dell'euro.
Scrive il Wall Street Journal: "Un enorme flusso di capitali, una vera e propria cascata è in uscita dall'eurozona e sta deprimendo il valore dell'euro e apprezzando il dollaro: un processo che rischia di creare pesanti ricadute per alcuni paesi della zona euro, come dimostrato dalla nuova tendenza al rialzo nei costi di rifinanziamento di alcuni debiti sovrani, come quello italiano".
"Il quantitative easing della Banca centrale europea - aggiunge il WSJ in prima pagina - ufficialmente lanciato per dare ossigeno agli sforzi riformatori dei paesi europei maggiormente gravati dal debito, oltre che per sostenere l'inflazione, rischia invece di causare l'effetto opposto, al netto di una svalutazione competitiva che formalmente non rientra nemmeno tra gli obiettivi della Bce. I rendimenti nulli o addirittura negativi degli asset sicuri europei spinge un volume crescente di capitali negli Usa e in altri lidi sicuri, come la Danimarca e la Svizzera".
"A catalizzare queste tendenze e' stato anche il cammino divergente adottato dalla Federal Reserve e dall'Eurotower. La prima, quantomeno a parole, si appresta a un incremento dei tassi di riferimento; la seconda, invece, e' appena all'inizio di una massiccia manovra espansiva. Da quando la Bce ha fissato tassi di deposito negativi, lo scorso giugno, il deflusso di capitali dall'eurozona ha costantemente superato le entrate; l'annuncio del Qe ha trasformato tale tendenza in una vera e propria marea di liquidita' in uscita, verso azioni ed obbligazioni che garantiscano un ritorno d'investimento apprezzabile - prosegue il Wall Street Journal.
"Soltanto nell'ultimo trimestre del 2014 - scrive allarmato il WSJ - lo squilibrio nei flussi di liquidita' ha toccato addirittura i 124,4 miliardi di euro. La domanda della Bce ha spinto al rialzo i prezzi delle obbligazioni sovrane di maggior qualita' - come i decennali tedeschi - deprimendone ulteriormente i rendimenti, e facendo si' che una quota sempre maggiore dei nuovi euro stampati dalla Bce trovino quasi subito la via di asset esterni all'eurozona - anziche' del credito, dei produttori di ricchezza e dunque dei redditi". Questo porta a dire che il mercato sta andando nella direzione diametralmente opposta a quella che la Bce aveva preteso fosse indirizzato con il QE.
"Da ultimo, - conclude il Wall treet Journal - a contribuire al deprezzamento dell'euro e' anche la minore accumulazione di valuta unica europea da parte delle banche centrali globali, che evidentemente non ritengono più l'euro una valuta adatta a rappresentare stabilità nelle riserve valutarie e al tempo stesso una valuta il cui destino appare incerto".
Redazione Milano