IL GIUBILEO PROCLAMATO A SORPRESA DA PAPA FRANCESCO E' IL BERSAGLIO PERFETTO PER TERRORISTI ISLAMICI (ALLARME GLOBALE)
giovedì 19 marzo 2015L'attacco jihadista di Tunisi e' quello che, finora, ha piu' coinvolto l'Italia, sia per le vittime tra i nostri connazionali sia per la vicinanza geografica. E dunque, anche se il governo continua a considerare la Libia come la massima priorita', torna di nuovo l'allarme per eventuali attentati sul nostro territorio. Da questo punto di vista e' evidente che al centro delle attenzioni c'e' il Giubileo indetto a sorpresa da papa Francesco e che iniziera' l'8 dicembre.
Prima di allora l'Italia sara' alla ribalta anche per l'Expo di Milano. Da molti mesi il Viminale e le forze di sicurezza stanno monitorando la situazione a Roma, con particolare attenzione per San Pietro, i quartieri che la circondano e i luoghi simbolici della Capitale. Una blindatura e' impossibile come del resto in tutte le metropoli europee. Allo studio c'e' l'ipotesi di chiudere o limitare lo spazio aereo, come e' stato fatto per altri eventi straordinari.
Ma la questione, ripetono tutti, e' soprattutto di intelligence. Nel frattempo, appunto, occorre prepararsi per il Giubileo, e nella prima lista di cose da fare - che per motivi di tempo e di bilancio esclude le grandi opere - c'e' anche un lifting delle stazioni della metropolitana che comprende l'installazione di apparati di sorveglianza, oltre ai tornelli in uscita per i passeggeri. Anche come deterrenza. Cio' che per le autorita' italiane e' prioritario e' pero' conoscere qualche dettaglio in piu' sul programma dell'Anno Santo, a cominciare dagli spostamenti del Papa.
E qui le cose si complicano per tutt'altri motivi.
Tra Vaticano e governo italiano i rapporti sono cordiali ma non privilegiati, tenuti principalmente dal sottosegretario Graziano Delrio da una parte e da monsignor Rino Fisichella dall'altra.
Fisichella era stato nominato da Benedetto XVI presidente del Consiglio per la Nuova Evangelizzazione: ha anche grandi doti di organizzatore (e per questo il Papa gli ha delegato le gestione operativa del Giubileo) ma sul piano teologico e' un po' distante da Francesco. Pochi giorni fa Fisichella ha criticato "le liti tra politici" per l'organizzazione della parte italiana dell'evento: a cominciare dalla nomina di un commissario governativo e di una struttura che inevitabilmente togliera' poteri al Comune di Roma.
Il governo invece, anche se nessuno lo ha detto, e' stato colto decisamente di sorpresa dall'annuncio di Francesco. Che, oltretutto, e' stato accompagnato da accenni dello stesso Bergoglio alla durata del suo pontificato, che potrebbe essere piu' breve del previsto. Per la verita' finora non c'e' stato neppure un feeling particolare tra Francesco e Matteo Renzi. Premesso che questo papa non ha una visione ne' italo-centrica, ne' romano-centrica, e questo ancora meno dei suoi predecessori, il premier fece visita al Papa il 23 dicembre, accompagnato dalla moglie Agnese, dai figli, dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e da Delrio.
Tra qualche imbarazzo protocollare, Renzi dono' al Papa una confezione di vini toscani che sollevo' qualche curiosita'. Il Papa e' stato anche invitato a visitare l'Expo 2015, sia dal governo sia dal cardinale di Milano Angelo Scola. E ha gia' indirizzato un videomessaggio invitando a "non farne una celebrazione dell'abbondanza, ma a riflettere sulle iniquita'". Piu' di recente il Pontefice, ricevendo gli insegnanti cattolici degli istituti superiori, ha criticato i bassi stipendi dei docenti, proprio mentre il governo presentava la riforma della scuola.
Piu' politiche sono state giudicate le prese di posizione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana, l'organismo dei vescovi. Bagnasco ha dichiarato che la ripresa economica "non si vede ancora nelle nostre parrocchie", pur non attaccando il Jobs Act (cosa che il governo temeva): "Se creera' o meno lavoro, lo vedremo alla prova dei fatti".
Poi ha puntato il dito contro gli scandali invitando "il popolo degli onesti" a "reagire senza deprimersi". La distanza tra Vaticano e Italia non e' certo una novita', ma la sensazione e' che si stia ampliando. Mentre sul Giubileo, per motivi di sicurezza e non solo, le autorita' italiane stanno cercando una maggiore collaborazione. Perchè sarebbe il bersglio perfetto per i terroristi islamici. E destabilizzerebbe non solo l'Italia, ma il mondo intero.
Redazione Milano.