WALL STREET JOURNAL: ''BANCHE SUD EUROPA A RISCHIO CRAC. LE ITALIANE PIENE DI TITOLI DI STATO E CREDITI IN SOFFERENZA''
giovedì 26 febbraio 2015NEW YORK - Le autorita' politiche e i regolatori europei dovrebbero agire con la massima tempestivita' possibile per rendere il debito sovrano un investimento meno profittevole: in caso contrario, scrive il "Wall Street Journal", le banche continueranno a giocare un ruolo insufficiente nello stimolo dell'economia reale.
Gli istituti bancari europei hanno in portafogli quote eccessive di debito pubblico, e una quantita' sempre maggiore di crediti in sofferenza: una "trappola" che mina i loro utili e riduce pesantemente le loro capacita' di finanziare lo sviluppo economico attraverso la concessione di credito.
L'alleggerimento quantitativo della Banca centrale europea (Bce), avverte il quotidiano Usa, potrebbe non servire: nel breve termine, la Bce fatichera' a trovare istituti bancari disposti a vendere i loro bond sovrani, specie nei paesi dell'Europa Meridionale: lo scenario che rischia di profilarsi e' simile a quello Giapponese, dove le banche continuano ad acquistare titoli di debito pubblico nonostante i bassissimi rendimenti a lungo termine.
In paesi come Grecia, Spagna e Italia, le banche fanno incetta di titoli di Stato dato il loro rendimento tutto sommato elevato - quantomeno per gli standard attuali - e per il trattamento privilegiato di cui godono questi prodotti finanziari "risk free", che consentono alle banche di intascare la quasi totalita' dei rendimenti come utile.
E ad ostacolare i piani della Bce e' anche la scarsita' di obbligazioni sovrane "top rate" sul mercato: la Banca centrale si e' impegnata ad acquistare centinaia di miliardi di euro in obbligazioni sovrane, ma sempre piu' investitori e analisti avvertono che l'offerta rendera' quasi impossibile il raggiungimento degli obiettivi fissati per il qe. Per la semplice ragione che non ce ne sono sul mercato.
Il quadro descritto dal principale quotidiano economico mondiale riferito al sistema bancario europeo è a dir poco desolante, ma non viene posto l'accento sulla ragione per la quale le banche - soprattutto italiane - comprano a mani basse le emissioni di titoli di Stato: sono "vivamente consigliate a farlo" dal ministero del Tesoro dei governi in carica dal 2011 ad oggi.
Di fatto, le banche private italiane sono diventate una succursale di Bankitalia e hanno abdicato al ruolo di attrici nel finanziamento alle imprese. Non è solo una questione di rischio, è innanzitutto una scelta politica imposta. Il risultato è un circolo vizioso per sostenere tanto l'euro quanto stati falliti per colpa dell'euro. Se le banche delle nazioni del sud Europa dovessero smettere di comprare bond degli stati in cui hanno sede, rapidamente si arriverebbe alla bancarotta di tutti questi stati.
Quindi, la Bce ha innescato un meccanismo folle per il quale presta soldi alle banche che comprano titoli di stato che danno in garanzia alla Bce per avere altro denaro e comprare altri titoli di stato, gonfiando una bolla mostruosa. Il QE di Draghi non funzionerà sui bond in circolazione, come sottolinea il WSJ perchè se fossero venduti da queste banche, cadrebbe come un castello di carte tutto il seguito di debiti contratti con la stessa Bce sulla base proprio di questi titoli.
Siamo alla follia.
Max Parisi