BOMBA FINANCIAL TIMES: ''SERVONO NUOVE VALUTE ASSIEME ALL'EURO, OPPURE GREXIT E DEFAULT SONO INEVITABILI'' (ANZI: CERTI)
lunedì 23 febbraio 2015LONDRA - Il primo ministro della Grecia, Alexis Tsipras, in carica da un mese, ha concluso l'accordo per restare nell'area dell'euro, ma il lavoro piu' difficile, secondo il più autorevole dei commenti apparsi sulla stampa britannica, inizia adesso: la luna di miele con gli elettori si e' conclusa per il governo che aveva acceso speranze sulla fine dell'austerita' in tutta Europa e il rischio di uscita dall'area dall'eurozona non e' scongiurato. Anzi, è perfino aumentato.
Per Wolfgang Munchau, editorialista del "Financial Times", la schermaglia e' finita e puo' cominciare la vera battaglia sul debito, non solo della Grecia, ma di tutta l'eurozona
Se quello di Atene era da considerarsi - scrive Munchau - un tentativo di sfidare l'ortodossia economica tedesca, da questo punto di vista per ora non ha avuto successo. Il compromesso raggiunto a Bruxelles non e' l'accordo in cui il nuovo governo di Syriza sperava, ma soprattutto non risolve la situazione per il meglio.
D'altra parte, la posizione negoziale del governo Tsipras era debole per due motivi: la fuga di capitali era gia' iniziata, col trasferimento all'estero di un miliardo di euro, e Atene non aveva un piano di uscita dall'area monetaria, o almeno non è pronto oggi.
La proroga di quattro mesi concede tempo per concentrarsi sulla battaglia piu' importante: la traiettoria a lungo termine della posizione fiscale greca.
In base alla precedente intesa con i creditori, la Grecia dovrebbe conseguire un avanzo primario del tre per cento quest'anno e del 4,6 per cento l'anno prossimo e abbattare il debito dal 175 al 110 per cento del prodotto interno lordo entro il 2022.
Ma la storia, prosegue l'editoriale, insegna che correzioni di queste dimensioni non funzionano perche' non hanno il consenso dell'elettorato. La richiesta di un taglio del valore nominale del debito avanzata da Atene e' un tabu' per i creditori.
Quanto all'avanzo primario, i greci hanno chiesto una riduzione all'1,5 per cento, ma accetterebbero un ragionevole due per cento.
La posta in gioco per la Grecia e' la sopravvivenza economica.
Cio' richiederebbe l'uscita dal circolo vizioso debito-deflazione dell'ultimo quinquennio. Una soluzione estrema potrebbe essere l'abbandono dell'euro, col default e la svalutazione monetaria.
Una soluzione meno rischiosa e meno costosa consiste nella ristrutturazione all'interno dell'area dell'euro o nell'adozione di una moneta parallela, usata come mezzo di scambio ma non come unita' di conto.
C'e' spazio per soluzioni creative, conclude Munchau, perchè la scelta non e' tra l'austerita' imposta dalla Germania e la Grexit. C'è spazio per creare (finalmente) nuove valute circolanti assieme all'euro all'interno degli stati dell'eurozona, lasciando all'euro il compito di rappresentare gli scambi internazionali, ovvero l'inverso, lasciando l'euro nei singoli stati dell'eurozona, ma convertendo in una nuova valuta i debiti pubblici emessi in titoli di stato.
Anche per il Financial Times, quindi, l'euro è prossimo alla fine, fermo restando che nessuna soluzione, come avverte Munchau, sarà in grado di salvare la Grecia senza la cancellazione di una parte del debito pubblico, assolutamente non ripagabile.
Redazione Milano.