TURCHIA - DOPO LA CINA - SECONDA NAZIONE AL MONDO PER PRODUZIONE DI MERCI CONTRAFFATTE, E BRUXELLES LA VUOLE NELLA UE!
lunedì 9 febbraio 2015LONDRA - E' un fatto abbastanza risaputo che il paese dove si produce il piu' alto volume di prodotti contraffati sia la Cina ma ciò che molti ignorano e' che il secondo paese nella lista dei contraffattori e' la Turchia.
E difatti un recente rapporto rilasciato dal Business Action to Stop Counterfeiting and Piracy (BASCAP), un organismo che monitora e studia la contraffazione a livello mondiale, ha stimato che il valore dei prodotti contraffati e piratati in Turchia e' di circa 10 miliardi di dollari e se a queste cifre si include l'ammontare di carburante e sigarette vendute di contrabbando il valore totale sale a 20 miliardi di dollari.
A parte le copie di video, musica e programmi informatici pirata, il mercato del falso comprende prodotti alimentari con ingredienti contraffatti, bevande, medicine, elettronica, componenti d'auto e prodotti per la casa. Le autorita' giustificano questo fenomeno col fatto che la Turchia impone tasse elevate sui prodotti importati e col scarso controllo alle dogane, un mix che facilita le attivita' dei contrabbandieri.
Tale problema potrebbe essere di scarso interesse per gli italiani se non fosse per il fatto che i parassiti di Bruxelles vogliono a tutti i costi che la Turchia entri nella UE, una prospettiva che metterebbe a serio e ulteriore rischio - come se ce ne fosse bisogno - la nostra economia italiana, visto che le nostre imprese dovrebbero subire la concorrenza sleale di imprese turche che non rispettano i brevetti e i diritti d'autore.
Ovviamente il parlamento turco potrebbe benissimo approvare leggi piu' severe ma nessuno puo' garantire che tali leggi vengano rispettate anche perche' i parassiti di Bruxelles potrebbero benissimo chiudere tutte e due gli occhi pur di convincere la Turchia a diventare parte dell'Unione Europea e quindi l'unico modo per essere tutelati e' tenere il paese anatolico fuori dalla UE.
Naturalmente, rispetto il rischio immane della Turchia in Europa, il governo italiano tace, e il primo ministro Renzi - andato in visita in Turchia tempo fa - al contrario si è detto ben disposto rispetto questa decisione. C'è da domandarsi se Renzi sia il capo del governo italiano o del governo turco. O quali inconfessabili interessi stia difendendo.
GIUSEPPE DE SANTIS