FINANCIAL TIMES: ''LA ZONA EURO STA RISCHIANDO UNA STAGNAZIONE DELLA DURATA DI DECENNI COME IL GIAPPONE'' (EURO KILLER)
martedì 3 febbraio 2015LONDRA - I rendimenti sui titoli di Stato decennali della Germania, i Bund, sono finti per la prima volta in assoluto a livelli più bassi di quelli del Giappone: un segnalare che "alimenta i timori che Eurolandia rischia una stagnazione che potrebbe durare decenni".
A lanciare l'allarme è il Financial Times, in apertura dell'edizione online. Il sorpasso simbolico si è verificato quando i tassi sui Bund sono scesi fino allo 0,306 per cento, mentre quelli sulle emissioni nipponiche equivalenti erano marginalmente aumentati, di 7 punti base allo 0,335 per cento.
Su questo tipo di titoli i rendimenti sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo: più quest'ultimo sale a seguito di acquisti, più un titolo è ritenuto solido e meno offre in termini di tassi retributivi.
Normalmente i tassi bassi sono ritenuti un bene per uno Stato, dato che significano ridotti costi di finanziamento e di rinnovo del debito pubblico. Tuttvia "il calo al di sotto dei tassi giapponesi non è considerato un segnale positivo - avverte il FT - perché sono ritenuti un sintomo di 'giapponesizzazione', termine che si riferisce a due decenni di lotta contro una spirale di deflazione, iniziata con una crisi nel 1990 che ha finito per portare al maggior debito pubblico del mondo".
Rispetto ai livelli del 2011, i tassi sui Bund sono calati di oltre 3 punti percentuali, o 300 punti base, e di recente hanno segnato ulteriori flessioni a seguito del piano di acquisti annunciato dalla Bce, il quantitative easing che partirà a marzo. Intanto i tassi giapponesi sonio risaliti, dopo aver segnato un recente minimo appena sopra lo 0,20 per cento sul termine decennale.
Oggi in particolare sono aumentati a seguito di un'asta di collocamento che ha evidenziato il più basso livello di domanda da un anno e mezzo. A ricordare i pericoli di deflazione che gravano su Eurolandia oggi ci hanno pensato stati i dati Eurostat: a dicembre si è nettamente aggravata la contrazione dei prezzi alla produzione nell'area euro, con un meno 1 per cento dal mese precedente.
Un segnale che non lascia presagire risalite dell'inflazione sui prezzi al consumo, sprofondata in territorio negativo al meno 0,6 per cento a gennaio, quindi in piena deflazione. La Bce ha un obiettivo di "stabilità dei prezzi" che vuole il caro vita inferiore ma vicino al 2 per cento annuo. E proprio per contrastare l'insidiosa debolezza dei prezzi ha deciso di far scattare il piano di acquisti di titoli.
Tuttavia, nè l'annuncio di Draghi, nè la minaccia di acquisti enormi di titoli di stato della zona euro hanno sortito effetti. La situazione dell'eurozona si sta cronicizzando esattamente come accadde al Giappone, con tutti gli effetti devastanti che ha provocato e dei quali ancora adesso sta pagando il prezzo, in termini di stagnazione economica e mancanza di sviluppo.
Redazione Milano.