MARINE LE PEN SCRIVE UN EDITORIALE SUL NEW YORK TIMES! E ATTACCA BUONISMO E VIGLIACCHERIA DELLA UE CON L'ISLAM RADICALE
lunedì 19 gennaio 2015NEW YORK - Diversi leader occidentali hanno negato (l'evidenza) che dietro i recenti attacchi di Parigi si celasse un movente di natura religiosa: il presidente francese, Francois Hollande, ha parlato di "oscurantismo"; martedi' scorso il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha dedicato cinque minuti a spiegare per quale ragioni il presidente Barack Obama preferisca evitare la locuzione "radicalismo islamico".
Marine Le Pen non ha di questi problemi. In un editoriale pubblicato sul "New Yor Times" di oggi, la leader della destra nazionalista francese cita un aforisma del filosofo Albert Camus: "Non attribuire alle cose il loro nome e' partecipare all'infelicita' del mondo", e parte all'attacco della "ipocrisia" del ministro degli Esteri francese Lauent Fabius, che dal suo vocabolario "ha eliminato i termini 'islamista', 'fondamentalismo islamico' e persino 'Stato islamico', (...) preferendovi al limite il termine arabo 'Daesh'".
La Francia, scrive Le Pen, "terra dei diritti umani e delle liberta', e' stata attaccata da una ideologia totalitaria: il fondamentalismo islamico". I mussulmani, scrive la leader del Front national, "hanno bisogno di udire questo messaggio. Hanno bisogno che la differenza tra il terrorismo islamico e la loro fede venga espressa con chiarezza", ma "una distinzione e' possibile soltanto a patto che uno sia disposto a identificare la minaccia". Solo allora, "inizia il lavoro vero", che l'amministrazione francese "non ha intrapreso".
"Tutto dev'essere rivisto, dai servizi d'intelligence alle forze di polizia, dal sistema carcerario alla sorveglianza delle reti jihadiste". Le forze di sicurezza francesi "non ci hanno deluso, ma il loro operato e' ostacolato dagli errori commessi da chi le coordina". E anche questi errori, scrive la Le Pen, vanno chiamati col loro nome: primo tra tutti, "il dogma della liberta' di movimento di persone e cose" all'interno dell'Unione Europea; un assunto ideologico cosi' graniticamente radicato nell'ideologia europeista che "la sola idea di istituire nuovamente controlli alle frontiere viene accolta al pari di una eresia".
Eppure, accusa la politica francese, "ogni anno tonnellate di armi entrano illegalmente in territorio francese dai Balcani, e centinaia di jihadisti si muovono liberamente all'interno dell'Europa". Il secondo "errore", stando a Le Pen, e' "l'enorme flusso di immigrazione, legale e clandestina, subita dalla Francia negli ultimi decenni, che ha prevenuto una vera politica di assimilazione". Senza una politica che limiti il fenomeno dell'immigrazione, "diventa difficile, se non impossibile, combattere il comunitarismo e l'emergere di stili di vita in contrasto con la 'laicite'', la forma di secolarismo distintamente francese".
In terzo luogo, attacca Le Pen, "da anni la politica estera francese naviga tra Scilla e Cariddi: l'intervento di Sarkozy in Libia, il sostegno ai fondamentalisti siriani da parte di Francois Hollande, le alleanze con Stati che finanziano i jihadisti, come il Qatar e l'Arabia Saudita - accusa Le Pen - sono tutti errori che hanno gettato la Francia in una grave incoerenza geopolitica da cui fatichera' a rialzarsi".
"Noi francesi - conclude Le Pen - siamo visceralmente attaccati alla nostra laicite', alla nostra sovranita', alla nostra indipendenza, ai nostri valori. Il mondo sa che quando la Francia e' attaccata, e' la liberta' a subire un colpo. Io comincio col dire che le cose vanno chiamate col loro nome, e che alcuni nomi parlano per se': il nome del nostro paese, la Francia, suona ancora oggi come un grido di liberta'".
Redazione Milano