RENZI E SALVINI, COSI' LONTANI, COSI' VICINI - PER IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. E' LA STAGIONE DEL ''NUOVISMO''
giovedì 4 dicembre 2014Se Renzi imporra' un nome fuori dal gioco delle correnti, Matteo Salvini potra' condividerne la scelta. Lo scrive Stefano Folli su Repubblica sottolineando come il nemico preferito di Renzi, "sa di non poter votare alcun politico del centrosinistra e tanto meno qualche personaggio simbolo di una stagione passata, da Amato a Prodi. Su questo non ci sono dubbi. Ma in fondo, sembra dire Salvini, nemmeno Renzi ha tutto questo interesse.
Magari non puo' dirlo nell'attuale fase, ma il premier "nuovista", se puo', evitera' una scelta che ha il sapore del passato. Anche lui ha bisogno di spezzare i vecchi rituali, affrancandosi da personaggi che finirebbero per condizionarlo (qualcuno dice "commissariarlo", specie agli occhi dell'Europa). E allora il neo-leghista Salvini vede l'occasione per ritagliarsi uno spazio. Sostiene l'idea di un presidente a-politico, un uomo (o una donna) dal profilo prestigioso nel campo della cultura, della ricerca scientifica, dell'imprenditoria: ma al di fuori del recinto parlamentare e della cosiddetta "politica politicante". E' un calcolo che incontra o potrebbe incontrare la strategia di Renzi.
Magari quando fossero caduti, nel gioco dei veti contrapposti e delle lotte di fazione, i vari candidati espressi dalla societa' politica. In fondo i primi nomi circolati, che hanno preso forma attraverso forzature mediatiche, hanno avuto il senso di un segnale, di un bengala acceso nella notte. Qualcuno ha voluto lanciare un messaggio: il presidente potrebbe essere un personaggio estraneo alle correnti parlamentari, cosi' da evitare o limitare le sabbie mobili del voto, esprimendo per di piu' una totale discontinuita' con la stagione di Napolitano.
Muovendosi in sostanziale sintonia con Renzi, sia pure su versanti opposti, Salvini conta di spartire i benefici dello stesso dividendo "nuovista".
Puo' darsi che l'operazione non riesca e che Renzi finisca invischiato e sconfitto dalla guerriglia parlamentare. Ma il capo della nuova Lega punta non sulla disfatta, bensi' sulla vittoria del presidente del Consiglio sul versante del Quirinale. E se la vittoria sara' totale, fino al punto di imporre alle Camere un nome del tutto imprevisto, allora si puo' esser certi che Salvini finira' per votare il candidato. Rivendicando per se' e per il suo nuovo partito nazionale uno spicchio di quella vittoria che il suo avversario, l'altro Matteo, stara' celebrando sul versante del centrosinistra. E' la logica della politica, quando i vecchi assetti sono crollati e altri devono essere costruiti" - conclude Stefano Folli.
E non è affatto un'analisi da folli.
Redazione Milano