''IL FISCAL COMPACT NON SERVE ALLA GERMANIA E DISTRUGGE IL RESTO D'EUROPA. VA ABOLITO'' (LO SCRIVE IL DER SPIEGEL!)
martedì 7 ottobre 2014BERLINO - Il Patto di bilancio europeo e' stato il prezzo politico, negoziato nel 2011 dal cancelliere tedesco Angela Merkel, affinche' la Germania potesse partecipare con la coscienza pulita ai pacchetti di salvataggio per i paesi piu' indebitati.
L'accordo - scrive Wolfgang Munchau sul tedesco "Spiegel" (versione on line del settimanale Der Spiegel) - era riassumibile pressappoco in questi termini: "noi accettiamo il salvataggio, voi accettate l'austerita'".
La scorsa settimana, Francia e Italia hanno deciso di ignorare questo patto. A ragione.
Il fiscal compact prevede che i paesi dell'eurozona, nel giro di 20 anni, riducano i loro debiti a meno del 60 per cento del Pil annuale.
Per paesi come l'Italia questo vorrebbe dire tagli drastici al suo bilancio nel bel mezzo della recessione. Gli italiani hanno provato questa strategia gia' un paio di mesi fa, ma il risultato e' stato solo un aumento del debito. Un fenomeno definito anche "deflazione dei debiti".
Gli italiani hanno quindi deciso, a ragione, di mettere fine a questa assurdita': fiscal compact o meno.
I francesi - sostiene Munchau - hanno fatto altrettanto, soltanto spingendo alle estreme conseguenze le loro conclusioni: anche il limite del 3% non ha senso e va superato.
Portogallo e Grecia sono gia' andati oltre alla divisione tra "bene e male". Gli stessi irlandesi hanno detto di fatto addio al fiscal compact. E la Grecia non lo rispetterà nè ora nè mai.
Per la Germania, invece, che ha gia' il "freno all'indebitamento" il fiscal compact e' semplicemente superfluo.
E quindi ci si chiede a chi interessi davvero oggi il fiscal compact.
Il vecchio patto di stabilita' degli anni Novanta ha quantomeno concesso una paio d'anni di illusione di stabilita', fino a quando non e' stato abolito da Germania e Francia.
Il fallimento di questo regolamento interstatale sta nel principio della sovranita' della politica finanziaria: ogni Stato membro e' responsabile delle sue entrate e delle sue uscite.
Matteo Renzi e Francois Hollande hanno deciso di avvalersi di questo principio, come fecero 11 anni fa Gerhard Schroeder e Jacques Chirac, quando avviarono insieme il patto di stabilita'.
Ma nonostante la catastrofe annunciata, i governanti continuano a commettere gli stessi errori.
Con un tasso di crescita dell'1 per cento, un tasso di inflazione del 2 per cento e un bilancio in pareggio l'Italia riuscirebbe a raggiungere l'obbiettivo.
Ma il problema di questi calcoli sono sempre le ipotesi troppo ottimiste.
Al momento, infatti, l'inflazione italiana e' vicina allo zero, la crescita del Belpaese in negativo e anche la politica e' cambiata. Renzi non puo' riformare e portare il bilancio in pareggio allo stesso tempo.
Anche Schroeder non ce l'ha fatta undici anni fa. E' venuto quindi il momento - sostiene l'opinionista - di abolire definitivamente questo patto chiamato Fiscal Compact.
Redazione Milano.