FORCONI IN PIAZZA A MESSINA CON A FIANCO 5 SINDACI SICILIANI: BASTA ORTAGGI TUNISINI! AMMAZZANO L'AGRICOLTURA SICILIANA!
lunedì 28 luglio 2014MESSINA - Sono ritornati in strada per protestare i Forconi, scegliendo per la loro manifestazione un luogo simbolo: l'approdo dei traghetti al molo San Francesco a Messina, da dove passano le merci in arrivo e in partenza dalla Sicilia. Nessun blocco, come temuto da alcuni. Ma un gesto definito dagli autori dimostrativo: hanno scaricato a terra diversi chili di ortaggi e frutta, e in particolare dei pomodori 'ciliegino', provenienti da Tunisi.
Un carico di pomodorini e peperoni rovesciato nel serpentone dell'imbarcadero dei traghetti a Messina e la distribuzione di volantini agli automobilisti che su imbarcano sui traghetti privati. Cosi' i Forconi sono tornati stamattina a protestare per chiedere interventi a sostegno dell'agricoltura siciliana.
Alla manifestazione partecipano anche cinque sindaci siciliani. "I pomodorini sono provenienti dalla Tunisia", ha affermato Mariano Ferro, leader dei Forconi. "Stiamo distruggendo un'economia -ha aggiunto- la stiamo martoriando se dobbiamo continuare cosi siamo pronti in inverno a fare quello che stiamo facendo stamattina. Il governo deve darsi da fare per attuare al piu' presto le norme di salvaguardia. E' la continuazione di una protesta fatta in modo civile, democratico ed autorizzato. Anche il presidente della Regione siciliana ha dichiarato qualche giorno fa a Bruxelles che l'agricoltura e' in ginocchio", ha sottolineato Ferro.
"Venerdi' pomeriggio per lo stesso motivo i trattori veneti erano insieme ai sindaci veneti erano in piazza Bra davanti all'arena di Verona per lo stesso motivo, non e' una questione siciliana e' una questione italiana", ha notato il leader dei Forconi, che ha aggiunto: "Da anni diciamo che se continua cosi' saremo sommersi dai prodotti che arrivano dall'estero. Si sta distruggendo un settore che non ce la fa piu'. Solo a Vittoria, per esempio ci sono quasi cinquemila esecuzioni immobiliari. Significa che c'e' una citta' sul lastrico siccome non e' solo Vittoria ma gran parte della terra siciliana credo che bisogna prendere provvedimenti al piu' presto. E' quasi una diffida al governo o si muove o ci muoviamo noi", ha concluso.
Agli imbarcaderi dello Stretto di Messina accanto ai Forconi che protestano contro l'arrivo di ortofrutta dall'estero c'e' anche il sindaco di Vittoria (Ragusa) Giuseppe Nicosia: "E' una battaglia democratica -afferma- non e' il blocco delle strade che creava vere difficolta' alla nostra economia. Ci si prefigge di porre i problemi a Roma".
Secondo il sindaco, "la situazione e' diventata veramente insostenibile per l'economia e non soltanto per la serricoltura che rappresento ma anche per l'agricoltura meridionale. Il meridione e' distrutto a livello agricolo distrutto dall'assenza da oltre 25-30 anni di normative a sostegno dell'agricoltura ,dall'accordo euro marocchino e da tanti altri accordi che l'Europa ha intrapreso, dall'assenza di misure di salvaguardia da parte del governo nazionale nonostante altri paesi europei hanno adottato misure di salvaguardia nei confronti della propria agricoltura".
Alla protesta hanno preso parte anche i sindaci dei Comuni ragusani di Acate, Pozzallo e Chiaramonte Gulfi, e di quello nisseno di Niscemi.
Ed è chiaro che se in Tunisia braccianti e contadini lavorano producendo ortaggi sui quali il costo della manodopera è da terzo mondo schiavista, quei prodotti agricoli hanno un prezzo che distrugge qualsiasi possibilità di concorrenza. Che dovrebbero fare, i contadini siciliani, lavoare per un dollaro al giorno come gli schiavi della Tunisia? O piantar lì tutto e diventare disoccupati? Siamo alla follia.
Redazione Milano.