Licenziare la badante: come funziona la risoluzione del rapporto di lavoro 

Licenziare la badante: come funziona la risoluzione del rapporto di lavoro 

Il lavoro di badante è una professione di grande valore e importanza. Si tratta di un’occupazione che richiede dedizione, competenza e sensibilità, in quanto coinvolge la cura e l’assistenza a persone che, per vari motivi, necessitano di aiuto nella gestione delle attività quotidiane e nel mantenimento della propria autonomia.

I badanti e le badanti (sia nel caso di persone che svolgono assistenza domiciliare per poche ore al giorno o a settimana, sia nel caso della badante convivente) svolgono un ruolo cruciale nell’assistenza a anziani, persone con disabilità o malattie croniche, offrendo un sostegno continuo e garantendo la massima qualità della vita possibile per coloro a cui si dedicano.

Ѐ un lavoro che richiede una formazione specifica e, come ogni altra professione, è inquadrato in base a una specifica regolamentazione come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico

Ma come funziona nel caso in cui si abbia la necessità, da entrambe le parti, di sciogliere il contratto di lavoro? 

Licenziare una badante assunta: come mettere fine al rapporto di lavoro

Anche la collaborazione più continuativa e soddisfacente può giungere al termine. Le ragioni per cui una badante o una famiglia potrebbero decidere di sciogliere il rapporto lavorativo che li lega possono essere molteplici: spesso si tratta semplicemente di incompatibilità personali, che rendono difficile il rapporto tra badante e aziano. Ma non solo. Le esigenze di assistenza di un paziente anziano possono cambiare nel tempo, ad esempio a causa del progredire di una malattia o di una condizione medica. In questi casi, potrebbe essere necessario cercare assistenza specializzata o più intensiva. Le famiglie potrebbero prendere decisioni diverse in merito all’assistenza anziana, come il trasferimento in una struttura di cura a lungo termine o la riorganizzazione della famiglia per fornire assistenza interna.

Anche le esigenze della badante potrebbero cambiare, e diventare incompatibili con gli orari e le giornate lavorative previste, oltre che con il carico di lavoro assegnato. Ma poiché in caso di badante assunta il rapporto di lavoro è regolamentato da leggi specifiche, vediamo come funziona l’eventuale cessazione del rapporto e a quali regole è obbligatorio sottostare. 

Il rapporto di lavoro può essere risolto da ciascuna delle parti con l’osservanza dei seguenti termini di preavviso.

  • Per i rapporti non inferiori a 25 ore settimanali:
    • Fino a 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro, 15 giorni di calendario.
    • Oltre i 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro, 30 giorni di calendario
  • Nel caso di dimissioni da parte del lavoratore, per i rapporti inferiori alle 25 ore settimanali:
    • Fino a 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro, 8 giorni di calendario. 
    • Oltre i 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro, 15 giorni di calendario.

Il preavviso dopo il termine di maternità cambia, ed è di 30 giorni di calendario, sino ad un anno di anzianità, e di 60 giorni di calendario per anzianità superiore.

Nel caso di badante convivente, alla scadenza del preavviso l’alloggio dovrà essere rilasciato libero anche da effetti personali.

In caso di mancato o insufficiente preavviso, è dovuta alla badante un’indennità pari alla retribuzione corrispondente al periodo di preavviso non concesso. In caso di morte del datore di lavoro il rapporto può essere risolto con il rispetto dei termini di preavviso indicati nel presente articolo.

I familiari coabitanti, i coniugi, le persone unite da unione civile o da stabile convivenza di fatto ai sensi della L. n. 76/2016 e successive modificazioni ed integrazioni, il cui stato familiare sia certificato da registrazione storico anagrafica, sono obbligati in solido per i crediti di lavoro maturati dal prestatore di lavoro.