USURA E TRUFFA: A PROCESSO VERTICI DELL'AMERICAN EXPRESS IN ITALIA (INTERESSI DI MORA AL 250% SU UN PICCOLO PRESTITO)
venerdì 11 aprile 2014BARLETTA - Il processo contro American Express e i suoi funzionari, accusati di aver applicato interessi usurari e truffato i clienti con le revolving card, si terra' a Trani a partire dal 18 settembre. Il gup del tribunale di Trani, Francesco Messina, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Michele Ruggiero e disposto il processo per Daniele Di Febo e Melissa Peretti (dirigenti area prodotti carte ed area compliance di Amex), Giglio Del Borgo, Massimo Quarra e Francesco Fontana (responsabili dal 2005 ad oggi di Amex), tutti accusati di usura e truffa aggravate. I primi due saranno processati con il rito ordinario, gli ultimi tre con l'immediato.
Gli avvocati degli imputati avevano eccepito l'incompetenza territoriale del tribunale di Trani e chiesto il trasferimento del processo a Roma, ritenuto il luogo in cui sarebbe consumato il reato di usura.
Ma non dello stesso avviso e' stato il gup Messina, secondo il quale l'usura si e' consumata nel Nord Barese. La prima denuncia, arrivata sulla scrivania del pm Ruggiero, era di un finanziere di Molfetta: a fronte di un prestito di 2.600 euro, non avendo pagato una rata di 129,43 euro, il cliente si era visto recapitare una richiesta di 686,54 euro, in pratica superiore di oltre cinque volte alla rata non pagata e ad un tasso di interesse moratorio ben superiore a quello soglia previsto dalla legge antiusura fissato al 25,23% per il trimestre di riferimento. Quest'ultimo, secondo le perizie, avrebbe sfiorato il 250%. Nel processo, oltre ai vari clienti truffati, si sono costituite parti civili l'Adusbef nazionale e quella pugliese.
L’inchiesta - nella quale sono confluite anche segnalazioni della stessa Adusbef - è partita nel 2008 a seguito della denuncia di un utente di Molfetta che, a fronte di un prestito di 2.600 euro, non avendo pagato una rata di 129,43 euro, si era visto recapitare una richiesta di 686,54 euro, cioè superiore di oltre 5 volte alla rata non pagata ed ad un tasso di interesse moratorio ben superiore a quello soglia previsto dalla legge antiusura fissato al 25,23% per il trimestre di riferimento, che secondo le perizie sfiorava il 250%.
Ancora una volta magistrati coraggiosi, esperti e preparati, a seguito delle denunce dell’Adusbef- ai quali è grata- applicando il buon diritto e le norme legali troppo spesso trascurate per non disturbare i loschi interessi dei banchieri, riescono a tutelare le ragioni dei consumatori truffati, usurati e strangolati da banche e società esercenti il denaro di plastica.